
Un rendering che mostra il progetto del Passante una volta realizzato e, nel cerchio a destra, l’assessore Campaniello
Un’ipotesi davvero "mai presa in considerazione", perché tecnicamente ed economicamente insostenibile. E ancora: un’idea che semplicemente "non è fattibile". È così che veniva bocciata la soluzione del Passante interrato ormai quasi dieci anni fa, nel 2016, quando Autostrade per l’Italia, ministero delle Infrastrutture, Regione, Comune e Città metropolitana siglavano l’accordo per realizzare il progetto poi battezzato ‘Passante di nuova generazione’.
Ed è più o meno così che oggi Michele Campaniello, assessore alla Mobilità di Palazzo d’Accursio, rispedisce al mittente qualsiasi proposta alternativa all’ipotesi di Mezzo, riprendendo le parole del governatore Michele de Pascole e chiedendo conto al Governo di come "vorrebbe tornare indietro sul Passante senza arrecare un danno al territorio".
"La Conferenza dei Servizi è già chiusa, ma soprattutto è partito il ‘cantiere zero’ con espropri, abbattimento di alberi e sbancamenti di terreno – puntualizza l’assessore –. Anziché presentare irrealizzabili progetti, il Governo deve spiegare come intende tornare indietro rispetto a quello approvato. Il resto mi sembra fumo negli occhi dei bolognesi, con una grande mancanza di rispetto".
Poco tempo fa si era tornato a parlare nuovamente anche delle varianti a nord e a sud della città, con Fratelli d’Italia che ha ripetuto – anche l’altro giorno all’assemblea di Confindustria – come quello di Mezzo non sia una soluzione per bypassare il traffico di Bologna.
La proposta interrata, invece, venne fuori "sia durante gli incontri informativi che durante quelli tematici di approfondimento", si legge nel documento di quasi 10 anni fa. L’interramento dell’attuale infrastruttura, secondo i sostenitori del progetto, "avrebbe il vantaggio di eliminare la cesura tra le diverse parti della città, per riconnettere porzioni di territorio densamente urbanizzate, e l’impatto acustico e visivo dell’infrastruttura". Non solo, perché sempre leggendo il dossier contribuirebbe a "recuperare territorio da destinare a interventi di riqualificazione" come nuove residenze, verde pubblico e opere per la viabilità locale.
"L’interramento dell’infrastruttura si inserirebbe tra le buone pratiche internazionali che tendono a eliminare dal contesto urbano le infrastrutture di livello superiore", continua poi il documento, che cita ad esempio il programma statunitense ‘Highways to boulevards’ con i casi di Boston, San Francisco, Chicago e Seul, che recentemente ha dismesso una autostrada urbana di circa 15 chilometri.
"L’auspicio è che queste siano soltanto boutade da parte del Governo – chiude l’assessore – e che l’Esecutivo fornisca una risposta a cittadini ed enti rispetto ai passaggi formali da portare avanti per realizzare questa infrastruttura. Serve chiarezza: basta con il gioco delle tre carte".