
Primi paletti dopo il summit con Salvini. Lepore: ispiriamoci ai grandi accordi del passato tra comunisti e Dc. Il sindaco apre all’allargamento della sola tangenziale, ma il nodo opere verdi resta tutto da sciogliere.
Chissà se dopo 30 anni di dibattiti, alla fine si scioglierà "il nodo di Bologna". Di certo da parte delle istituzionali locali c’è disponibilità a trovare la quadra almeno sul Passante... Possibile. Non a caso il sindaco di Bologna Matteo Lepore definisce "un buon primo passo" il summit sul Passante al ministero delle Infrastrutture con Matteo Salvini, la Regione e l’ad di Autostrade Arrigo Giana.
Così dopo l’approccio positivo da parte del governatore Michele de Pascale, anche da Bologna arrivano buoni segnali che anticipano un dialogo. Certo, per il sindaco restano alcuni punti fermi (le opere verdi di mitigazione ambientale, la messa in sicurezza sul Passante già esistente e la necessità di fluidificare il traffico), ma l’obiettivo resta quello di andare avanti anche a costo di ’ridimensionare’ l’opera.
"Serve trovare un accordo con il governo nazionale, traendo ispirazione dalle grandi scelte fatte dai nostri sindaci comunisti del passato che, nonostante idee e valori diversi, stringevano intese con la Dc che governava a livello nazionale. E Bologna è stata cambiata nelle grandi infrastrutture grazie a questi accordi", dice Lepore.
"Dobbiamo assumerci la responsabilità di trovare un progetto che si possa realizzare", chiude il sindaco, in linea con l’idea di de Pascale di arrivare al traguardo, aprendo a modifiche al progetto esistente (il Passante di Mezzo). Sull’ipotesi di allargamento della sola tangenziale, senza toccare l’autostrada, magari potenziando gli svincoli più critici, Lepore mantiene un approccio ’soft’: "Il nostro obiettivo è migliorare il Passante che già c’è sia da un punto di vista del traffico, sia da un punto di vista ambientale. Al tavolo tecnico valuteremo una proposta che raggiunga questi risultati e migliori la vita dei bolognesi. In ogni caso ascolteremo le ipotesi in campo".
Non è, invece, negoziabile la messa in sicurezza di ponti e viadotti, un restyling che comunque quando Aspi fa gli interventi sulla rete autostradale (come sta succedendo in Toscana con l’A1) in genere mette a terra. Lepore fa pochi giri di parole: "I lavori (sui ponti) sono il minimo sindacale... Ciò nonostante abbiamo dovuto sollecitare, chiedendo di fare presto". Per quanto riguarda le opere di adduzione "non siamo entrati nel merito", conclude.
La vicesindaca di Bologna Emily Clancy, espressione dell’ala sinistra della maggioranza, Coalizione civica, che con il primo cittadino aveva siglato il famoso accordo sulle opere verdi, la mette giù piatta: "Il Passante ha un impatto importante, la posizione, condivisa con Lepore, è che andremo al tavolo esigendo questi interventi". In attesa di capire – visto il ridimensionamento economico dell’opera (oggi il costo supera i 3 miliardi) – se gli interventi di adduzione e quelli green resisteranno, continua il pressing di Confindustria Emilia per portare a casa il Passante, "Va fatto. E in fretta. Non si può passare all’anno del poi", dice la presidente Sonia Bonfiglioli. Conferma il vicepresidente dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla: "Sarebbe assurdo che quel progetto scompaia".