
Claudio Mattioli e Rosalba Bellotti mostrano il condominio in via Corticella 175
La prima lettera è arrivata nel 2017. I dubbi, le peripezie burocratiche, la paura. Prima dell’avvio dei cantieri e di una cambiamento drastico dei connotati della zona. Ma i residenti al civico 175 di via Corticella (e quelli del condominio a fianco) mai si sarebbero aspettati che quella missiva avrebbe aperto quasi 10 anni di limbo, incertezza, smarrimento. Quella di Michele Testoni e della moglie Silvia Albertoni estoni, ma anche di Claudio Mattioli e Rosalba Bellotti e di tutti i bolognesi che vivono all’ombra di un’autostrada destinati a prendersi più spazio vitale (almeno una decina di famiglie in questo caso) è una storia di delusione e rabbia. È la storia degli espropriati del Passante.
Chi per pochi metri di giardino, che per l’intero appartamento, chi per un magazzino al piano terra come nel caso di Testoni e Albertoni: i cittadini all’unisono dopo otto anni di sofferenza, oggi, vogliono risposte. "Molti espropri sono già partiti con il famoso ‘lotto zero’ e altri piccoli cantieri – spiega Testoni –, ma in ballo ci sono centinaia di famiglie: all’inizio si parlava di oltre 300 procedere in questa porzione di città. Noi abbiamo un magazzino dove una volta c’era la famosa pasticceria Galanti e sopra di noi ci divesi appartamenti con bambini e anziani. C’è una persona che vorrebbe vendere la propria casa per mettere suo padre in una casa di cura, e non riesce a farlo. C’è un signore che ha appena iscritto il figlio a scuola, e non sa se domani vivrà ancora qui. Noi, personalmente, affittavamo il magazzino: era una rendita, oggi è diventato un costo assurdo. In tutto questo rimpallo di responsabilità politiche, con un progetto al palo e uno stallo sotto gli occhi di tutti, ci siamo noi cittadini che non abbiamo contezza del domani. E non è giusto".
Non solo, perché nell’aleatorietà di una partita che va avanti da oltre 30 anni e che sembrava poter vedere il fischio finale, prima dell’impasse, c’è l’aspetto dei mancati lavori di un edificio fatiscente, con i pannelli fonoassorbenti dell’autostrada in giardino, che ormai cade praticamente a pezzi. "Nessuno si è più occupato di fare i lavori che andavano fatti – aggiunge Testoni –, perché ovviamente nessuno sa se potrà continuare a vivere nel proprio appartamento. In questo contesto nessuno si è preso la briga di manutenere l’immobile". Insomma, un’odissea che va avanti dal 2017 e che non sembra ancora arrivata a una svolta, mentre commercianti e residenti espropriati ripetono in corso: "Una volta per gli espropri ti davano pochi spicci e un ben servito, oggi invece c’è anche un congruo risarcimento in base al valore di mercato. Ecco, noi piuttosto che assistere a questo teatrino e vivere nell’incertezza, preferiremmo anche subire l’esproprio...".