PAOLO ROSATO
Cronaca

Passante, l’ultimo miglio. La carta di Autostrade: proroga alla concessione per spalmare i costi

A fine anno dall’Europa potrebbe arrivare l’ok a una deroga di alcuni anni. L’allungamento permetterebbe di risolvere il problema delle coperture.

Passante, l’ultimo miglio. La carta di Autostrade: proroga alla concessione per spalmare i costi

A fine anno dall’Europa potrebbe arrivare l’ok a una deroga di alcuni anni. L’allungamento permetterebbe di risolvere il problema delle coperture.

Alla fine di quest’anno potrebbe esserci la svolta finale per il Passante. La commissione europea, secondo quanto filtra da ambienti romani, potrebbe accettare la proposta di deroga di alcuni anni per le concessioni ad Autostrade per l’Italia, che scadono nel 2028. Un’eventualità che darebbe ad Aspi una delle leve possibili per rendere sostenibile il nuovo costo del Passante, che attualmente sfonda tranquillamente i 3 miliardi di euro. Una deroga di quattro o cinque anni permetterebbe ad Autostrade di spalmare su più anni il costo dell’infrastruttura. Costo che attualmente sta dentro a fatica nel ponderoso faldone che comprendere il Piano Economico Finanziari (Pef) di Aspi, che supera i 35 miliardi di euro e che comprende sia il Passante di Nuova Generazione, sia la Gronda di Genova. Entrambe opere già molto avanti nell’iter approvativo e alle quali serve solo un’ultima ‘spinta’ per andare a compimento. L’altra leva possibile, per Aspi, per superare lo stallo degli extracosti sarebbe quella del ritocco tariffario delle sue tratte, che sosterrebbe la maxi spesa di Passante e Gronda attraverso maggiori introiti dagli automobilisti. Incasso, questo, che nessuno vorrebbe praticare e che soprattutto il ministero dei Trasporti vorrebbe scongiurare, dopo aver già delineato il blocco di alcuni effetti tramire l’ok a fine luglio nell’ultimo disegno di legge ‘Concorrenza’. Ecco perché una deroga alle concessioni sarebbe decisamente più gradita, nonché indolore per gli automobilisti.

Una spinta ideale al Passante – magari non troppo convinta nell’immediato, visto che di cantieri in città ce ne sono già troppi – due giorni l’aveva data intanto il sindaco Matteo Lepore, che nella consueta intervista di Ferragosto sul Carlino aveva chiesto l’anticipo, stante lo stallo, delle opere verdi che strenuamente erano state difese quando nel 2021 venne varato il Passante di ‘nuova generazione’, che subì poderose aggiunte per essere migliorato. A oggi, è ancora un po’ traballante la ‘Fase Due’, ovvero quella seconda tranche di lavori che a valle degli interventi più impattanti aggiungerebbe ulteriori mitigazioni ambientali all’infrastruttura. La ‘Fase Due’ è sicuramente nero su bianco negli accordi, ma a questo punto andrà prima chiarito l’ok ai progetti definitivo ed esecutivo, che stanno andando avanti a braccetto e che si spera, all’ultimo miglio, che vedano l’ok da parte del Mit nel corso dei primi mesi del 2025.

Negli scorsi mesi era stato il Carlino a rivelare alcuni scambi di carte tra ministero e Autostrade su possibili sforbiciate al progetto, per scendere dai 3 miliardi previsti a qualcosa in meno. Sulle coperture del Passante, come detto, c’è ancora incertezza. L’ipotesi più accreditata sarebbe quella di un risparmio di circa 400 milioni di euro – nella sua prima ipotesi, il Passante costava poco meno di un miliardo di euro, opere compensative comprese – che Autostrade ricaverebbe da procedure più veloci per il rifacimento di ponti e cavalcavia. Non rifarli completamente costerebbe molto meno, soprattutto perché tutte le procedure autorizzative e di sicurezza necessarie – dopo il crollo del ponte Morandi nel 2018 è cambiato tutto – quando si tira su un ponte ex novo occuperebbero più risorse e più tempo. Viceversa, una robusta manutenzione snellirebbe costi e procedure. Tra qualche mese, forse pochi, si capirà meglio quando partirà l’allargamento di tangenziale e autostrada e soprattutto quanto costerà, in definitiva.