Passante Bologna, ecco come sarà il nuovo tracciato

Da Casalecchio a San Lazzaro, le carte riservate del Ministero. Rebus espropri

Il report del Ministero sul Passante prevede "meno costi e meno emissioni" (Dire)

Il report del Ministero sul Passante prevede "meno costi e meno emissioni" (Dire)

Bologna, 12 dicembre 2018 - L’obiettivo della nuova proposta di revisione è quello di «eliminare le interferenze con i flussi in entrata e uscita dalle intersezioni per assicurare una accettabile velocità di percorrenza», oltre a «garantire che le manovre di uscita e immissione avvengano tramite corsie specializzate». Queste due travi maestre della nuova ipotesi trasportistica del ministero dei Trasporti si trovano a pagina 10 del report presentato da Toninelli e i suoi tecnici ad Autostrade, un dossier di progetto che consta in 39 facciate e che il ‘Resto del Carlino’ vi racconta in anteprima. Difficile parlare ancora di Passante, mini Passante o alternative al Passante: lo studio del Mit si basa su altro. Quali? Vediamoli.

Le premesse.

Dopo aver buttato in soffitta il Progetto del Passante di Mezzo e i progetti alternativi abbozzati da Autostrade senza troppa convinzione (banalizzazione e terza corsia dinamica in tangenziale), Il Mit a pagina 9 presenta un’alternativa per «ridurre i costi», «ridurre l’impatto ambientale derivante dal consumo di suolo», «ridurre le emissioni», «migliorare il Trasporto pubblico locale, sia potenziando il traffico, sia decongestionando il traffico di adduzione».

Complanari e banchine.

Come noto, il progetto prevede l’affiancamento di due corsie per senso di marcia – una nuova strada (viabilità di servizio) – alla tangenziale nei tratti iper critici di immissione, due complanari (a pagina 3, in alto, il cambio di scenario) «capaci di raccogliere e convogliare le manovre di ingresso e uscita, lasciando che il traffico passante usufruisca della sede attuale». Queste le misure della nuova sede stradale: spartitraffico da 1,80 metri, banchina di sinistra da 0,50 metri, due corsie da 3,5 metri, un’eventuale corsia aggiuntiva di accelerazione/decelerazione da 3 metri e mezzo (ma dove apparirà con certenza non è ancora chiaro) e una banchina di destra da 1 metro 25. Di sicuro «l’entità dell’ampliamento del solido stradale è maggiore di circa 4 metri (riducibili a 3)». Quindi, nel caso, ci vorranno nuovi (e diversi, più contenuti) espropri.

I punti esatti.

Quali sono i punti più critici? Il ministero ipotizza tre tipologie di intervento (box al centro) e in un grafico (a pagina 3, nel grafico in basso) evidenzia i tratti più ‘caldi’: Raccordo Casalecchio– Borgo Panigale, Roveri-Massarenti e Mazzini-San Lazzaro. Questi sono i punti, con alcuni accenni d’intervento. 1- Casalecchio, dove non ci sarà viabilità di servizio, ma il potenziamento a doppia corsia della rampa di immissione sul raccordo Autostradale dallo svincolo Ramo Verde. 2 - Aeroporto, con viabilità di servizio a doppia corsia dallo svincolo Ramo Verde al 4 bis. 3 - Allaccio con la A13, con nuova strada solo sul lato nord in concomitanza con l’uscita Arcoveggio. 4 - Castel Maggiore. 5 - San Donato, viabilità di servizio che raggruppa gli svincoli 9, 8 bis e 9 Viale Europa. 6 - Parco Nord e via Stalingrado. 7 - San Lazzaro/Mazzini. La viabilità di servizio alla tangenziale lato nord dalla barriera di San Lazzaro raggruppa le manovre dello svincolo 13 e quelle degli svincoli 12, 11 bis e 11. 8 - Roveri/Massarenti. Viabilità di servizio lato sud ha origine dopo il cavalcaferrovia S. Donato e convoglia le manovre di entrata e uscita dello svincolo 10. Infine la Via. Il Mit è chiaro: «Sarebbe necessario il reitero delle procedure ambientali dovuto ai differenti impatti sia in fase di cantiere che di esercizio, sia la riapertura della Conferenza dei Servizi».

 

Progetti a confronto

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