Passaporti, file e lavoro extra in Questura

Un centinaio di cittadini in piazza Galilei in attesa di ritirare i documenti. I sindacati: "Facciamo i salti mortali"

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In fila in piazza Galilei, sotto il sole cocente di giugno, in attesa di entrare per ritirare il passaporto pronto o consegnare la documentazione per ottenerlo. Dopo due anni di Covid, la voglia di partire ha impattato così sui carichi di lavoro dei poliziotti in servizio all’ufficio Passaporti. Che stanno facendo davvero i salti mortali per venire incontro alle esigenze dei cittadini: ogni settimana, spiega infatti la Questura, l’ufficio bolognese riesce a processare circa 1100 passaporti, con duecento appuntamenti al giorno per chi deve portare la foto e bollettini pagati e cento per ritirare i documenti pronti, con aperture straordinarie anche il sabato mattina.

Una macchina che, coordinata dal questore Isabella Fusiello, fa il massimo. Ma anche questo massimo non consente di superare le attese, a volte anche di un’ora, un’ora e mezza, solo per riprendere il passaporto già pronto, malgrado a ogni cittadino venga fornito un orario preciso in cui presentarsi. Con conseguenti disagi per gli utenti e stress per gli operatori, come denunciano da tempo i sindacati di polizia. "L’organico dell’ufficio – spiega Amedeo Landino, segretario del Siulp – è assolutamente inadeguato a una mole così alta di pratiche. Speriamo che con l’arrivo dei rinforzi a luglio si possa dare ossigeno, ma occorre che la politica rifletta sul fatto di delocalizzare agli enti locali certe incombenze, lasciando alla polizia l’accertamento di cause ostative. La sensibilità del Questore è alta nei confronti dei cittadini ai quali chiediamo di avere un po’ di pazienza". "Il ruolo dei poliziotti è in strada, fuori dagli uffici. Per questo è anacronistico che la gestione dei passaporti sia ancora competenza della Questura. In un Paese che vuole essere al passo coi tempi, questi compiti burocratici dovrebbero essere appannaggio delle amministrazioni locali, come per le carte d’identità", dice Tonino Guglielmi, segretario del Sap. "A breve – aggiunge – andranno in pensione, in Italia, 18mila poliziotti e il turn over non sarà né immediato, né tale da coprire i posti in organico che rimarranno vacanti. Con queste carenze di personale, possiamo ancora permetterci di stare in ufficio a fare i passaporti? Credo di no. I miei complimenti vanno al questore, che di fronte a una domanda altissima ha lavorato per dare una risposta ai cittadini". "La situazione passaporti è un ulteriore strascico del post Covid – aggiunge Gianni Pollastri, segretario nazionale del Fsp Polizia –. Una situazione che i colleghi stanno affrontando con un impegno straordinario, tanto da coprire giornate e fasce orarie che consentono di aumentare il numero di utenti che possono essere soddisfatti. E’ auspicabile che il personale ormai stanco e impegnato nell’ufficio debba essere sostenuto con un rinforzo che consenta di superare l’emergenza. Dobbiamo riconoscere – conclude Pollastri – che il questore ha cercato di affrontare questa situazione con le risorse che aveva a disposizione, ma crediamo che possa essere fatto un ulteriore sforzo per sostenere la cittadinanza e colleghi".

Nicoletta Tempera

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