Non solo trapianti. La scuola di Cardiochirurgia del Sant’Orsola è un riferimento internazionale anche per le patologie dell’aorta.
Competenze e specializzazioni, per il terzo anno consecutivo, vengono condivise e sviluppate nel dialogo con la comunità scientifica internazionale in occasione di ’Bologna Heart Surgery Symposium’ il congresso internazionale di chirurgia cardiaca che si terrà lunedì e martedì al Palazzo della Cultura e dei Congressi (piazza della Costituzione 4/a). Al convegno sarà protagonista l’equipe guidata dal professor Davide Pacini, direttore della Cardiochirurgia del Policlinico Sant’Orsola.
Un appuntamento che quest’anno è dedicato alla chirurgia aortica e per il quale si sono già accreditati oltre 600 professionisti provenienti da 31 diversi paesi del mondo tra cui: Giappone, Stati Uniti, Brasile, Sud Africa, Cina, India, Canada, Korea e Arabia Saudita. "Siamo orgogliosi di essere diventati un punto di riferimento per la comunità scientifica e i pazienti provenienti da tutta Italia – dichiara Pacini –. Pensiamo sia il frutto di una ricetta fatta di esperienza, formazione e competenze messe a disposizione di patologie che hanno come primo nemico da combattere quello del tempo. Ma anche di patologie croniche che hanno bisogno di essere seguite in centri ad alto volume e ad elevata specializzazione".
Al centro del congresso tutto ciò che riguarda l’aorta: il trattamento, nuove tecnologie applicate alla chirurgia, le più recenti esperienze e scoperte scientifiche, nonché un focus sull’intelligenza artificiale. Durante l’evento ci sarà anche un collegamento diretto con la sala operatoria del Sant’Orsola dove insieme a chirurghi di fama mondiale verranno eseguiti complessi interventi sull’aorta ascendente. La Cardiochirurgia diretta dal professor Pacini, nelle patologie aortiche è un centro di riferimento nazionale. Il team prende in carico pazienti sia per patologie croniche che per patologie acute. Tra queste: le dissezioni acute e croniche, i mega-aneurismi, i re-interventi, le anomalie congenite, le connettivopatie e i traumi. Vengono eseguiti ogni anno circa 1.000 interventi chirurgici, applicando le più innovative tecniche e sperimentando nuove procedure all’avanguardia come provano le numerose pubblicazioni sulle più prestigiose riviste scientifiche.
Presente anche il residente dell’Università del Texas che insieme a Pacini e ai professori Giuseppe Colasurdo, presidente della UTHealth e Anthony Estrera, Chair for the Department of Cardiothoracic and Vascular Surgery UTHealth, firmeranno un accordo quadro per lo sviluppo di progetti di Ricerca con l’Ama Mater alla presenza del rettore Giovanni Molari.
m.ras.