Patrick Zaki, processo aggiornato al 21 giugno

Il rinvio annunciato al termine dell'udienza a Mansura L'appello degli attivisti per lo studente egiziano dell'Alma Mater: "Chiediamo la fine di questo processo e che possa terminare l'università" la nuova udienza. "Speriamo sia la fine di un incubo"

Zaki era stato scarcerato lo scorso dicembre

Zaki era stato scarcerato lo scorso dicembre

Bologna, 5 aprile 2022 - È stato aggiornato al 21 giugno il processo a carico di Patrick Zaki in corso a Mansura. È l'aggiornamento che arriva da Marise, la sorella dello studente egiziano dell'Università di Bologna al termine dell'udienza svoltasi stamattina presso il Palazzo di Giustizia di Mansura, in Egitto sul delta del Nilo, a città natale di Patrick.

Ieri, invece, gli attivisti si auguravano la fine del processo: "Speriamo sia la fine di questo incubo", avevano detto. Lo studente egiziano dell'Alma Mater, scarcerato lo scorso dicembre dopo 22 mesi di prigionia nel suo paese viene da un lungo calvario iniziato il 7 febbraio 2020. Patrick era andato al Cairo per una vacanza in famiglia che si trasforma nel peggiore dei suoi incubi: dopo essere stato fermato e interrogato è stato arrestato il giorno successivo.

La speranza degli attivisti 'Patrick Libero’ 

Durante l'ultima udienza, il primo febbraio, hanno ricordato, “Patrick è stato costretto a sedersi ancora una volta all'interno della gabbia accanto a detenuti, e poi è stato lasciato andare con rinvio al 5 aprile”. Tutto ciò “è molto faticoso per Patrick e per la sua famiglia, soprattutto per il fatto che deve rivivere il suo trauma ogni volta che viene messo nella gabbia durante il processo. Non siamo mai sicuri se tornerà a casa con noi o se non lo lasceranno uscire dalla gabbia. Tutto quello che vogliamo è che Patrick sia una persona completamente libera, come lo era una volta. Chiediamo la fine di questo processo e che lui possa tornare a Bologna per finire i suoi studi”.

Patrick convive col rischio di altri cinque anni di carcere per aver scritto un articolo su alcuni casi di discriminazione di cristiani egiziani che configurerebbe il reato di "diffusione di notizie false" ai anni dell'Egitto, sanzionato appunto anche con cinque anni di carcere. L'appuntamento per gli avvocati è alle nove ora locale e italiana presso l'ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura, davanti alla Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d'emergenza) della città natale di Patrick. Visto che da sabato è iniziato anche in Egitto il Ramadan, il mese sacro islamico del digiuno diurno e della preghiera in cui le attività rallentano e si accorciano gli orari d'ufficio, è prevedibile che l'esito dell'udienza venga annunciato già in mattinata.

Lepore: "Vicini a Zaki, lo aspettiamo per andare allo stadio"

"Gli siamo vicini, lui sa che lo aspettiamo, anche per andare insieme allo stadio a vedere il Bologna. E con lui saremo in tanti con la sciarpa rossoblu". Lo ha detto, col pensiero rivolto a Patrick Zaki, Matteo Lepore, sindaco di Bologna.

Come aspetta la città il verdetto sullo studente egiziano? "Abbiamo il suo volto in formato gigantografia appeso alle Due torri e sono sicuro che Patrick stasera sarebbe stato con noi in piazza, Bologna è una delle prime città ad aver manifestato per la pace", ha detto il primo cittadino riferendosi all'evento di stasera 'Tocca a noi - Musica per la pace', in favore dei profughi ucraini.

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