Patrick Zaki a Bologna, l'appello: "Deve poter viaggiare"

L’invito al governo lanciato ieri pomeriggio da parlamentari e senatori Lo studente dalla sua casa in Egitto: "Fatemi tornare a Bologna"

Zaki: capelli tagliati per essere donati a chi ne ha bisogno

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Bologna, 18 luglio 2022 - "In attesa del riconoscimento della cittadinanza per Patrick Zaki, chiediamo assieme a un gruppo di deputati/senatori che il governo faccia ogni sforzo con le autorità egiziane per consentire a Patrick di poter viaggiare, escludendolo dalla lista che gli vieta di lasciare l’Egitto". L’appello è stato lanciato ieri pomeriggio su Twitter dal deputato Pd, Filippo Sensi.

I primi firmatari della richiesta al governo affinché faccia pressioni su quello egiziano e riveda il divieto di viaggiare dello studente iscritto all’Università di Bologna, oltre a Sensi, sono Lia Quartapelle, Marianna Madia, Riccardo Magi,Erasmo Palazzotto, Federico Fornaro, Rossella Muroni. L’appello punta a raccogliere molte adesioni. E’ giunta immediatamente quella del deputato bolognese del Pd, Andrea De Maria: "Ho aderito con altri parlamentari all’appello per consentire a Patrick Zaki di viaggiare, in attesa degli esiti del procedimento penale che lo riguarda. Lo vogliamo vedere al più presto nella sua e nostra Bologna. È anche un modo per continuare ad essergli sempre vicini"

L’iniziativa è arrivata immediatamente all’attenzione di Zaki che, ringraziando, ha lanciato anche lui un accorato appello sempre tramite il social: "Fammi tornare in Italia (Bologna)".

L’iniziativa per chiedere l’esclusione di Patrick Zaki dalla lista di chi non può lasciare l’Egitto si muove sulla falsariga di una analoga richiesta avanzata, sempre durante la giornata di ieri, da deputati e senatori sia statunitensi che del Regno Unito.

Zaki è stato arrestato il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo, mentre tornava in Egitto per fare visita ai parenti. I capi d’accusa formulati nel mandato d’arresto sono: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Nello specifico gli vengono contestati alcuni post su Facebook. Un vera e propria odissea i trasferimenti da un carcere all’altro e, soprattutto, le attese delle udienze sopportate dal giovane, fino al 7 dicembre 2021 quando, al termine della terza udienza, il tribunale ha ordinato la sua scarcerazione. Zaki potrà rimanere in libertà per la restante durata del processo, ma non può lasciare l’Egitto. La sua vicenda è all’attenzione da anni non solo dell’Italia, di Bologna e della sua Università, ma dell’Europa e di gran parte del mondo, senza contare le associazioni per i diritti umani. Ma la situazione ancora non si è sbloccata.

m.ras.

 

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