Patrick Zaki: "Sarò libero solo quando tornerò a Bologna"

Nuovamente rinviata l'udienza al processo per lo studente egiziano dell'Alma mater. La vicinanza del rettore e degli studenti

Patrick Zaki dopo l'ennesimo rinvio dell'udienza in Egitto (Ansa)

Patrick Zaki dopo l'ennesimo rinvio dell'udienza in Egitto (Ansa)

Bologna, 27 settembre 2022 - "Sarò veramente libero solo quando sarò a Bologna, pi piazza Maggiore": sono le parole di Patrick Zaki, che non nascondono la nostalgia per la sua vita all'Alma mater e nella città ce l'ha adottato e di cui è cittadino onorario. Sui social, seguiti da molti amici italiani, Patrick spiega che l'udienza del suo processo in Egitto è stata rinviata - per l'ennesima volta, al 29 novembre. E che dunque ancora non può lasciare l'Egitto, nonostante sia fuori dal carcere. L'unico, flebile spiraglio di speranza, Zaki lo comunica dopo aver parlato con i propri legali al termine dell'udienza odierna a Mansura: "Nella prossima udienza, quella del 29 novembre, ci sarà data la possibilità di presentare la nostra difesa", ha detto Patrick 

La nostalgia per Bologna

"Voglio tornare ai miei studi. Voglio tornare in Italia. Non voglio tornare in tribunale per questo caso", ha aggiunto Zaki. "Mi sembra che stiano rinviando più del necessario. Voglio la mia opportunità di tornare ai miei studi a Bologna", ha proseguito. "Dato che il semestre è già iniziato, io dovrei essere lì, a Bologna, in questi giorni", ha proseguito ancora Patrick. Alla richiesta di dire qualcosa ai suoi colleghi a Bologna, lo studente ha risposto dicendo: "mi piacerebbe essere lì oggi, con loro a iniziare le lezioni, a iniziare il mio semestre regolarmente".  "È quello che ho chiesto fin dall'inizio", "quando mi arrestarono", ha aggiunto Patrick ribadendo la sua richiesta: "voglio tornare ai miei studi", "voglio riprendere il mio programma" e "completare il mio Master". 

Unibo, le immagini di Patrick Zaki invadono il rettorato

I ringraziamenti

"Sono molto grato a tutti: fin dall'inizio della prima mattinata sono stato veramente inondato di messaggi da tutta Italia", "specialmente dai miei colleghi di università, da Bologna, la mia città. Sono veramente loro grato e riconoscente". Alla domanda se debba far qualcosa per ottenere una piena libertà oltre quella di imputato a piede libero di cui già gode, l'attivista per i diritti umani ha risposto: "no, non devo fare nulla" dato che la sua "situazione" dipende dal "sistema giudiziario in Egitto"

La vicinanza dell'Alma mater

Dopo aver letto il post, il rettore dell'università di Bologna, Giovanni Molari, dichiara: "Ogni rinvio rinnova l'angoscia di Patrick e la nostra, e ritarda il suo ritorno fra noi. Auguriamo a Patrick di conservare la forza e la lucidità che gli ha consentito di sopportare questo quotidiano stato di incertezza. Sappia che tutta l'Alma Mater è al suo fianco nel sostenerlo, perché torni a godere dei suoi diritti di studente e sia finalmente riaccolto nella comunita' universitaria che ogni giorno sente la sua mancanza". 

"Siamo profondamente amareggiati", aggiunge Federico Condello, delegato dell'ateneo per gli studenti "perché è un'ingiustizia che si reitera e perché sappiamo che Patrick é duramente provato da questa perenne dilazione. Dobbiamo essergli grati per la lezione di resistenza che costantemente ci impartisce e per i valori che non ha mai smesso di difendere e di testimoniare, e dobbiamo continuare a fargli sentire la nostra presenza e la nostra vigilanza. Lo faremo - conclude - insieme alle istituzioni e alle associazioni che sono sempre state al fianco dell'Alma Mater nel nome di Patrick. E non smettiamo per un istante di credere che tornera' presto nella sua Bologna". 

L’Unibo aspetta Zaki con le sue immagini

I drappi in Università

In attesa della nuova udienza del processo, l'Università di Bologna ha riempito in questi giorni i corridoi e il cortile di Palazzo Poggi, sede del Rettorato, con trenta immagini di Patrick Zaki e centoventi drappi colorati. Le immagini ricordano la presenza permanente di Patrick nei pensieri della comunita' universitaria, e al tempo stesso la sua assenza dolorosa nella vita quotidiana. I drappi colorati nascono invece dalla sartoria "Gomito a gomito", che opera nel braccio femminile della casa circondariale della Dozza di Bologna. Sono drappi formati da scampoli di mille stoffe diverse: scampoli che da soli erano destinati a sparire. Recuperati e cuciti insieme, ora formano l'ideale catena di solidarietà, di indignazione e di speranza che unisce l'Alma Mater nel nome di Patrick.   

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