Bologna, patteggia per l’arsenale costruito in casa

Nascondeva pistole, fucili, una mitraglietta e pure un carrarmato (non contestato): per lui un anno e otto mesi. Assolto ’complice’

L’arsenale (foto d’archivio) venne trovato tra. casa, garage e uno stabile in Corticella

L’arsenale (foto d’archivio) venne trovato tra. casa, garage e uno stabile in Corticella

Bologna, 16 ottobre 2021 - Un ’supermarket’ delle armi di produzione propria tra casa, garage e un capannone in zona Corticella. Una Beretta 9x21, una mitragliatrice M12 con tanto di silenziatore, un fucile d’epoca in dotazione alle forze armate tedesche, una sfilza di munizioni, solo per citarne alcune. Addirittura i poliziotti della Mobile ritrovarono un piccolo carrarmato, non funzionante, il quale però non venne contestato. Una vicenda rievocata in tribunale davanti al gup Grazia Nart e conclusa con un patteggiamento e una assoluzione per i due imputati.

Quarantanove anni bolognese (A.L.), incensurato, impiegato meccanico modello, finì alla Dozza nel marzo 2019 con le accuse di fabbricazione e possesso di armi e munizioni clandestine e da guerra. "Un arsenale – spiegò la polizia – con pezzi pronti all’uso, tutti acquistati su internet e assemblati con cura certosina". Con un valore finale stimato attorno ai 200mila euro. "Per fortuna mi avete fermato – disse lui – altrimenti avrei speso tutti i miei risparmi". L’uomo ha patteggiato 1 anno e 8 mesi, con pena sospesa (difeso dall’avvocato Mario Turco). Nei guai finì anche un 62enne bolognese (difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni), indagato in un secondo momento, ora assolto per non aver commesso il fatto.

Tutto iniziò da una segnalazione arrivata dalla polizia estone allo Sco (il Servizio centrale operativo della polizia) per una spedizione ‘particolare’ diretta a Bologna. Una parte di un fucile dall’Estonia, ordinato regolarmente, inviato a un indirizzo in zona Corticella, dove vive una parente (estranea alla vicenda) del 49enne finito poi in manette. Un pezzo seguito da tanti altri, ordinati online dall’America e dall’est Europa che, giorno dopo giorno, permettevano al ‘professionista’ di costruire armi perfette. Gran parte fucili, pistole e munizioni contenuti in apposite valigette custodite in una cassaforte e in un armadio. Non solo. Perché è stato il quarantanovenne – titolare di un porto d’armi, ma solo per il fucile da caccia – a condurre gli inquirenti nell’edificio di Corticella, dove aveva nascosto il resto. "Non ho mai ceduto nulla, – si è sempre difeso – le armi le fabbricavo per me".

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