Patto sindacati-metropoli "La salute è pubblica"

Rinnovato il protocollo della Conferenza territoriale sociosanitaria con Cgil, Cisl e Uil. In attesa della fusione tra ospedali, al centro la necessità di più personale.

Far coincidere il diritto alla salute con la sanità pubblica, oggi più che mai da difendere e da rilanciare oltre i buchi di bilancio dovuti alla pandemia e non ancora ‘sanati’ dai fondi nazionali.

Da qui, il patto firmato a Palazzo Malvezzi tra la Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana (Ctssm), l’organo che riunisce sindaci, distretti e assessorati regionali a Salute e Welfare, e i sindcati Cgil, Cisl e Uil. Obiettivo: scongiurare il rischio di privatizzazione condividendo con le istituzioni ogni progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera. Il protocollo firmato ieri sulla programmazione e il confronto in ambito sanitario risale al 2014 ed è stato rinnovato. "Siamo convinti che il confronto, la condivisione e la collaborazione che il protocollo certifica siano indispensabili per affrontare tematiche complesse come quelle sanitarie e sociosanitarie e che, grazie a queste, la Conferenza potrà svolgere al meglio le sue funzioni", ha dichiarato Erika Ferranti, vice presidente di Ctssm.

"Il rischio di privatizzazione va scongiurato, condividendo con le istituzioni ogni progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera che possa allontanarlo. Bisogna assumere più personale pubblico, serve una nuova ‘iniezione di risorse’. Occorre potenziare i distretti sanitari ed è bene confrontarsi prima che le decisioni vengano prese, invece di subirle", ha spiegato Gianni Monte (Cgil). Le possibili fusioni o integrazioni di ospedali e di aziende sanitarie sull’asse Bologna-Imola, molto discusse in questo periodo, restano nello sfondo in attesa di comprendere meglio gli effetti che esse potrebbero comportare, in particolare sul personale.

Nicola Maria Servillo

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