CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Pazienti disabili segregati. Il pm chiede il processo per 11 dirigenti e operatori

Al via l’udienza preliminare per i maltrattamenti in una struttura di Bazzano. L’accusa: ospiti legati con nastro adesivo e chiusi in una ’stanza morbida’

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas e di Borgo Panigale

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas e di Borgo Panigale

Bologna, 22 maggio 2025 – Pazienti disabili presi a calci, immobilizzati con il nastro adesivo e chiusi nella ‘camera morbida’, maltrattati fisicamente e psicologicamente, sottoposti a terapie farmacologiche eccessive e ingiustificate: tutto questo, secondo l’accusa, è stato messo in atto da direttrice e operatori della struttura protetta per disabili Villa Angelica, gestita dalla coop sociale Altius di Bazzano.

Il pm Marco Imperato ieri mattina ha chiesto di rinviare a giudizio 11 persone accusate di maltrattamenti e sequestro di persona nei confronti di alcuni ospiti: tra gli imputati, Katija Colombo, legale rappresentante della struttura, il figlio Simone Bui, operatore e gestore del centro in assenza della madre, Alessandra Sammaritani, vicepresidente della società, Umberto Celentano, nuovo coordinatore del centro dall’estate 2023, Pasqualino Di Leo, ex coordinatore della struttura e poi operatori e infermiere.

Ieri è cominciata l’udienza preliminare davanti al gup Domenico Truppa, poi rinviata al 25 giugno a causa di un difetto di notifica a uno degli imputati. Le indagini sulla vicenda iniziarono nell’estate del 2023, quando i carabinieri del Nas e della compagnia di Borgo Panigale scoprirono che gli ospiti della struttura venivano maltrattati dal personale, in alcune occasioni sedati ("terapie farmacologiche anche eccessive e volte al contenimento abusivo e ingiustificato"), anche legati utilizzando del nastro adesivo da pacchi e segregati in una cosiddetta ‘camera morbida’ nel seminterrato della struttura quando avevano reazioni violente o in alcuni casi in maniera preventiva.

Tra le intercettazioni, c’era quella del dialogo tra due operatori: "Nel caso venga il Nas – diceva uno all’altro – tiriamo fuori quello che sta nella camera morbida e cerca di prendere tempo".

A denunciare le condizioni in cui i pazienti venivano gestiti, in tutto una decina tra cui alcuni minorenni, fu un ex dipendente della struttura che consegnò ai carabinieri della stazione di Bazzano una fotografia che ritraeva un paziente legato con nastro adesivo, sdraiato a terra all’interno della stanza di contenimento. La denuncia, supportata in seguito da altre dichiarazioni del personale della struttura, fece scattare subito le indagini, al termine delle quali il Gip emise le misure cautelari degli arresti domiciliari a carico della legale rappresentante della cooperativa, assistita nel procedimento dall’avvocato Roberto D’Errico, che difende anche altri indagati, e cinque misure di divieto di avvicinamento alle persone offese per altrettanti dipendenti del centro.

Secondo la Procura poi, gli operatori della struttura "strumentalizzarono" anche uno dei minori ospitati nel centro: stando alle accuse, hanno ’usato’ la forza fisica dell’ospite minorenne per farsi aiutare nel contenere gli altri pazienti con l’uso della violenza. Nei confronti del ragazzo procede la Procura dei minori. Dopo l’arresto della responsabile della residenza protetta, l’Ausl aveva preso in carico tutti gli ospiti, ricollocandoli in strutture accreditate del territorio: per loro erano stati attivati percorsi per affrontare e cercare di superare i traumi subiti.