Pd, direzione sui conti con il fedelissimo di Letta

L’atteso summit sul restyling del partito sarà giovedì prossimo. La Festa dell’Unità scalda i motori: idea festival per i 30 anni dell’Estragon

Migration

di Paolo Rosato

Ci sarà anche Marco Meloni, parlamentare e coordinatore della segreteria nazionale del Pd, alla Direzione dem provinciale di giovedì 26 maggio che parlerà, tra le altre cose, del delicato argomento bilancio. Un passivo – si parla del consuntivo 2021, quindi ascrivibile alla passata gestione in Federazione – che secondo quanto filtra non dovrebbe essere particolarmente gravoso, ma che in ogni caso causerà la tanto sbandierata rifondazione del partito sul territorio. E infatti la ’presentazione delle linee di indirizzo del piano di risanamento e rilancio del Partio Democratico’ dell’area metropolitana di Bologna è uno dei due ordine del giorno annunciati dalla comunicazione arrivata due sere fa, urbi et orbi. L’altro ordine del giorno è quello del bilancio consuntivo che dovrà essere approvato, i numeri saranno presentati e votati "prima delle 22.15", la riunione inizierà due ore prima alla Casa dei Popoli di via Cimarosa a Casalecchio. Sulle motivazioni della presenza di Meloni si può provare a interpretare. Di certo è un segnale politico, Bologna è storicamente una Federazione centrale nel panorama dem. Ma è anche significativo che a officiare i primi vagiti del piano ‘lacrime e sangue’ sia proprio il braccio destro politico del segretario nazionale di Enrico Letta.

Insomma, in un clima interno che idilliaco non è – la minoranza, al 30%, è in aperto contrasto con la segretaria provinciale Federica Mazzoni – è importante che ad accompagnare la Federazione in un passaggio delicato sia il coordinatore nazionale. In presenza, altro aspetto tutt’altro che secondario.

Parallelamente, con i circoli a rischio tagli nemmeno le Feste dell’Unità se la passano benissimo. E mentre partono in provincia, anche in città le cose iniziano a muoversi, come conferma lo storico organizzatore Lele Roveri. "Negli altri anni eravamo partiti un po’ prima, ma fondamentalmente siamo in linea, stiamo partendo come sempre dai ristoranti per disegnare l’organizzazione", spiega il patron dell’Estragon.

Pare però che a Bologna non ci sia il rischio di avere carenza di volontari alla Festa, le generazioni passate tengono botta e quelle nuove si propongono. "Non abbiamo questa difficoltà, anzi mi piacerebbe averne di più di volontari e stiamo lavorando in quel senso – aggiunge Roveri –. Piuttosto, vorremmo riproporre una festa classica, con eventi e musica, e ovviamente non avremo più quell’enorme sala dibattiti che c’era l’anno scorso con la festa nazionale. In particolare, per me è stata una tortura l’anno passato avere quel palco per concerti transennato, che più che attirare forse allontanava il pubblico – continua Roveri –. Ce lo imponevano le regole Covid, quest’anno sicuramente non ci sarà. Anzi, a inizio ottobre cadranno i 30 anni dell’Estragon e mi piacerebbe proporre un bel festival musicale, magari invitando tanti artisti che in questa lunga cavalcata sono stati amici dell’Estragon. Vediamo, l’idea sarebbe quella di partire con un paio di concerti dentro la festa, all’arena Parco Nord. Ci stiamo ragionando, vogliamo fare una bellissima edizione". Infine i conti della festa passata. "Possiamo dire tutto bene, l’utile di bilancio sta sui 20-30mila euro, stiamo ultimando i conti – conclude –. Era il minimo che ci eravamo prefissati, ovviamente l’obiettivo è fare sempre meglio".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro