Pd, un rebus la candidatura di Bonaccini

Valutare dall’esterno ciò che accade nel tormentato mondo del Pd è veramente difficile, perché non lo sanno nemmeno dall’interno. In realtà Stefano Bonaccini, che gode di buona reputazione anche fuori dal partito, in Emilia Romagna non è mai stato una carta sicura, anche se il suo nome (anche quando lui smentiva) fin da prima delle elezioni circolava come uno degli iscritti al Gran premio della segreteria. Certo ha buone possibilità, ma era prevedibile che spuntassero i lunghi coltelli nel partito. Già ora sono scese in campo Elly Schlein (anche se manca solo l’ufficialità) e Paola De Micheli, ma restano le incognite di altri nomi come Dario Nardella, sindaco di Firenze, e Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e coordinatore dei sindaci. Un paio di assessori dell’attuale giunta dell’Emilia Romagna, però, danno per abbastanza sicuro l’appoggio del Nord a Bonaccini, ma con timori di turbolenza nel Sud, dove Vincenzo De Luca, governatore della Campania, e Michele Emiliano, governatore della Puglia, remano contro con un seguito abbastanza forte. E a Bologna il sindaco Matteo Lepore per ora non si schiera.

Le primarie del Pd, previste per il 19 febbraio, diranno qual è lo stato dell’arte del partito. Che comunque continua ad offrire uno scenario di spaccature con forti derive di sinistra opposte al riformismo di Stefano Bonaccini.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro