"Peccato fare festa videochiamando amici e genitori"

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Fin dal primo giorno, quando gli studenti si iscrivono all’Università, cominciano a immaginarsi con la fatidica corona d’alloro posta sul capo, circondati da amici e parenti con cui celebrare il traguardo raggiunto. Chi si è laureato in pandemia, però, ha visto questo sogno scivolare tra le mani troppo presto. Così come è successo a Francesca Moro, laureatasi a marzo del 2021, in piena zona rossa.

Francesca, com’è stato laurearsi da casa?

"Ho sperato fino all’ultimo che le cose cambiassero, ma viste le lauree da remoto realizzate nei mesi antecedenti alla data della mia proclamazione, avevo basse aspettative. Ciò a cui tenevo di più era avere un confronto con i professori, in presenza: al contrario, trovandomi in camera mia, quando ho spento il computer ho avuto come la percezione che non fosse successo nulla".

Come hai ‘festeggiato’?

"Ho videochiamato amici e genitori. Poi ho seguito, sempre online, le proclamazioni dei compagni dell’università che come me si laureavano lo stesso giorno: a causa della pandemia non ho potuto organizzare nulla di particolare. La distanza ha privato di senso un momento che, se vissuto in presenza, avrebbe assunto tutt’altro valore".

Ci tenevi a vivere una proclamazione in presenza?

"Sì, ma ormai è passato troppo tempo. Vivere una proclamazione a posteriori non lo trovo sensato. È chiaro che recarsi dopo più di un anno in facoltà, invitare gli amici e vestirmi elegante per celebrare un traguardo ormai passato non mi restituirebbe la stessa emozione. E come me so che ci sono tanti, tantissimi altri studenti".

g.d.c.

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