Bologna: pedofilo in chat smascherato dalla ragazzina

La studentessa adescata ha avvisato la mamma, che ha proseguito la conversazione memorizzando i messaggi. Indagano i carabinieri

La ragazzina non è caduta nel tranello dell’orco incontrato sul web

La ragazzina non è caduta nel tranello dell’orco incontrato sul web

Bologna, 23 aprile 2021 - Un orco, spacciandosi per un ragazzino, ha cercato di carpire foto intime a una ragazzina. Ma lei non c’è cascata, lo ha detto ai genitori e adesso i carabinieri, sulla base del reato di adescamento di minorenni, stanno cercando il pedofilo. Tutto è successo in un comune della Bassa dove la locale stazione dell’Arma ha ricevuto la segnalazione. E da lì è scattata l’operazione nel tentativo di rintracciare l’adulto. Ecco i fatti.

Un uomo, ancora non identificato, spacciandosi per minorenne, ha tentato di carpire la fiducia di una ragazzina che frequenta la scuola media dicendole di essere un suo coetaneo. E, non badando troppo ai convenevoli, le ha proposto un esplicito scambio reciproco di fotografie delle parti intime attraverso un servizio di messaggistica istantanea. Questa funzione, che si trova in Telegram, permette di chattare, con nickname (soprannomi), anche in segreto con l’utilizzo di un ‘Timer di autodistruzione’ per la cancellazione dei messaggi.

Tuttavia la ragazzina non ci è cascata. La studentessa infatti aveva recentemente partecipato ad un incontro online organizzato dalla scuola in collaborazione con l’Arma dei carabinieri. In sostanza, attraverso la didattica a distanza, si era tenuta una lezione, con militari come docenti, per parlare di sexting e uso consapevole dei social network. Dunque, la giovane studentessa, memore di questa lezione, ha avvisato subito la madre che a sua volta ha informato della cosa i carabinieri.

La donna allora, in accordo con i militari dell’Arma, si è sostituita alla figlia e ha continuato a chattare con l’anonimo interlocutore. E quest’ultimo, prima di svanire nel nulla, le ha inviato ‘per ricordo’ la foto dei suoi genitali. Dopo avere acquisito gli screenshot delle chat scattati dalla signora, i militari dell’Arma hanno avviato le indagini del caso. Si tratta tuttavia di indagini particolarmente complesse, per risalire all’identità del pervertito, a causa della natura sofisticata del servizio di messaggistica istantanea utilizzato durante l’adescamento.

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