
Ieri mattina un centinaio di tifosi ha seguito don Massimo Vacchetti "Una tradizione bolognese, qui non si viene soltanto a chiedere".
È iniziato tutto come una battuta tra amici, una di quelle frasi lanciate a metà tra scaramanzia e speranza: "Se succede, vado a piedi a San Luca". Ma questa volta, è successo davvero. E come da promessa, un centinaio di tifosi del Bologna si è dato appuntamento ieri mattina alle 11, sotto il portico del Meloncello, per affrontare insieme la salita che porta al santuario della Madonna di San Luca. Un pellegrinaggio spontaneo, carico di fede e gratitudine, per celebrare la storica vittoria contro il Milan in Coppa Italia. A guidare la camminata, tra spiritualità e passione sportiva, è stato Don Massimo Vacchetti, direttore dell’Ufficio della Diocesi per la Pastorale dello Sport, Turismo e Tempo libero. Sacerdote molto amato nella comunità bolognese, ha accompagnato i tifosi lungo il percorso con preghiere, riflessioni e momenti di raccoglimento. I portici, simbolo di protezione e continuità, sono diventati ancora una volta il teatro di un gesto collettivo che mescola sacro e profano, nella migliore tradizione della città.
"Quando si riceve una bella notizia, la prima cosa che si fa è correre ad avvisare la mamma" ha detto Don Massimo con un sorriso sereno. "E oggi, noi bolognesi vogliamo fare proprio questo: salire a San Luca per avvisare e ringraziare la Madonna. È una tradizione antica della nostra città. Non si viene qui solo per chiedere, ma anche – e forse soprattutto – per dire grazie".
Tra i partecipanti, volti di ogni età, famiglie, amici, anziani e giovani accomunati dalla stessa fede e dallo stesso amore per i colori rossoblù. Alcuni sventolavano bandiere, altri indossavano la maglia del Bologna, ma tutti condividevano uno spirito festoso e commosso. "Siamo qui perché adesso è il momento dei ringraziamenti" raccontano Davide e Felicia, salendo lentamente sotto il portico. "La Madonna di San Luca, dal suo osservatorio, ci ha sicuramente aiutati. E ora tocca a noi renderle omaggio attraverso questo pellegrinaggio".
Molti parlano di un fioretto, un voto spontaneo che da sempre fa parte della tradizione bolognese. Grazia e Claudio lo spiegano con semplicità: "È una nostra usanza, tipicamente cittadina, quella di dirci: “Se succede qualcosa che desideriamo tanto, allora andiamo a piedi a San Luca appena possiamo”. È un modo per mantenere viva la speranza, ma anche per riconoscere il dono ricevuto". C’è anche chi ha parlato di predizione. Come Edoardo, tifoso e credente, che condivide la sua storia con un misto di stupore e convinzione: "Ero di ritorno dalla partita di Champions, sul volo Lisbona-Roma, quando ho incontrato un gruppo di devoti della Madonna di Fatima. Abbiamo fatto amicizia e uno di loro mi ha detto che il Bologna avrebbe vinto la Coppa Italia. È stato profetico". Una volta raggiunto il colle della Guardia, i tifosi si sono raccolti in preghiera ai piedi del santuario. Mentre i turisti osservavano incuriositi l’insolita processione di magliette, bandiere e qualche coro contenuto. Un gesto che va oltre il calcio e si radica nel cuore più autentico dell’identità bolognese. Perché in questa città, anche una vittoria sportiva può diventare occasione di comunione, fede e riconoscenza. E perché, a Bologna, salire a San Luca non è mai solo una semplice camminata.