Bologna, 20 febbraio 2020 - Di People mover si parla dal 2006. Datano ad allora le prime intese fra enti locali e Rfi per "favorire (sic!) la realizzazione dell’opera". Quattordici anni dopo, il taglio del nastro della monorotaia sopraelevata – che in sette minuti coprirà i 5 chilometri fra stazione e aeroporto – annunciato in pompa magna per il 7 marzo, sembra destinato a slittare .
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Per l’ennesima volta. E il ritardo crea non pochi imbarazzi . Hanno perso la pazienza anche nel Pd, che è stato sponsor convinto dell’opera. È di lunedì l’attacco frontale, dai banchi dem in consiglio comunale, ai vertici di Tper, socio di Marconi Express, la spa nata per la costruzione e gestione del People mover. Una certa irritazione è comprensibile. Il tunnel sotto la Manica, per dire, è stato realizzato in sette anni. Meno comprensibile è l’assenza di spiegazioni sui motivi dei ripetuti ritardi. Le navette (vuote) vanno avanti e indietro da più di un anno. In una infinita fase di pre esercizio.
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Che cosa impedisce l’inaugurazione? Senza spiegazioni ufficiali, circolano le voci più disparate. Intoppi burocratici, lungaggini ministeriali, legislazione carente, inconvenienti tecnici, rimpalli di responsabilità, problemi di sicurezza, di rumore... Ora pare manchi il personale formato ad hoc per fare ‘girare’ la navetta, e che occorrano nuovi test attitudinali. Insomma, altro tempo.
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Difficile capire, nel silenzio della società. Ieri, correva voce che si stesse lavorando a un comunicato per fare, finalmente, chiarezza. Ma, a furia di limare aggettivi e smussare parole, di quel testo è rimasto nulla. E le navette vanno avanti e indietro. Vuote.
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