People Mover ancora fermo Stop per vento e grandine

Il servizio è stato sospeso ieri sera, ma è stato subito attivato un bus sostitutivo

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Altro stop per il People Mover, la monorotaia che collega l’aeroporto Marconi e la stazione di Bologna: il servizio "per ragioni tecniche è temporaneamente sospeso", si legge in un avviso pubblicato sul sito di Marconi Express, che segnala anche l’attivazione del collegamento sostitutivo con bus. Ma quali sono le ragioni tecniche alla base della nuova sospensione? "Nella serata di lunedì, grandinata e forte vento hanno danneggiato alcune parti accessorie dell’infrastruttura", spiega Marconi Express: "La situazione, tenuta sotto osservazione nella giornata di martedì, ha richiesto questa mattina la sospensione del servizio su monorotaia in modo da consentire il pieno ripristino delle componenti danneggiate. Marconi Express ha provveduto sul proprio sito a dare tempestiva comunicazione della sospensione del servizio su monorotaia; contestualmente, è stato attivato il servizio sostitutivo su gomma". Marconi Express in ogni caso "si scusa con i passeggeri per il disagio, acuito dal concomitante sciopero dei tassisti e dal traffico in aumento registrato in questi giorni dall’aeroporto di Bologna". Il People Mover, al momento della chiusura del giornale, non era ancora rientrato in funzione. Ma al più tardi dovrebbe ripartire nella mattinata di oggi.

Si tratta in ogni caso dell’ennesimo stop della monorotaia, che dal novembre scorso, proprio nei giorni del suo primo compleanno, ha cominciato a funzionare a singhiozzo facendo arrabbiare tutti, dal Comune fino alla Regione. Sullo sfondo di questi malfunzionamenti, via via risolti (fino a ieri), continua la trattativa tra il fondo francese Meridiam, specializzato in grandi infrastrutture, e il socio di maggioranza di Marconi Express, Integra: Meridiam punta a rilevare circa il 70% delle quote. La trattativa con Integra è in stato decisamente avanzato, ma mancherebbero ancora alcuni dettagli da limare. Secondo i rumors uno sarebbe quello della gestione, che Meridiam vorrebbe rilevare e che invece Tper in un ragionamento complessivo non disdegnerebbe nell’avocare a sé (l’azienda trasporti rimarrebbe al 30%). L’altro sarebbe quello del prezzo di quelle quote, una cifra che ovviamente non comprenderebbe tutto il costo dell’infrastruttura (costata complessivamente circa 125 milioni di euro) e che nella trattativa ballerebbe tra i 20 e i 30 milioni di euro. I francesi sarebbero avrebbero comunque buone possibilità di chiudere, il relativo closing potrebbe avvenire entro la fine del 2022.

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