People Mover Bologna, i pm: "Archiviare. Nessuna frode ma scelte errate"

Il procuratore Amato: "Tanti guasti ma non vi fu malafede, sui danni erariali verifichi la Corte dei conti"

Bologna, 16 luglio 2022 - Nulla di penalmente rilevabile. Piuttosto, una scellerata scelta dei materiali e una "inefficienza/inadeguatezza delle soluzioni operative adottate". Dunque, l’inchiesta per frode aperta sui guai del People Mover deve essere archiviata con la palla che passa adesso alla Procura regionale della Corte dei conti "ai fini della disanima dei possibili profili di danno erariale". Punto e a capo, proprio nel giorno – ieri – in cui un nuovo guasto tecnico ha bloccato le navette che collegano il Marconi con l’Alta velocità della stazione. Una decisione, con un provvedimento di quattro pagine al gip, che porta la firma del procuratore capo Giuseppe Amato e del sostituto procuratore Anna Sessa. Un atto duro che sottolinea i ’buchi’ progettuali e gli errori nella scelta dei materiali, ma senza nessun dolo. Ecco perché il fascicolo, aperto a novembre dopo un esposto dei carabinieri del Navile e rimasto sempre contro ignoti, ora deve essere «archiviato» .

Scrivono i magistrati che ad attivare l’ufficio sono stati il numero di guasti, la natura degli stessi, le problematiche sulla sicurezza dei trasporti come lamentato da più parti. Da qui è partito il fascicolo che si è avvalso del lavoro della polizia giudiziaria di via Garibaldi, dei vigili del fuoco e dei tecnici dell’Ansfisa, organo statale nato dopo il crollo del ponte Morandi di Genova competente ad occuparsi della sicurezza dei trasporti pubblici. Una verifica "imposta dal numero e dalla rilevanza di interruzioni registrate nel primo anno di esercizio (18 novembre 2020-tutto novembre 2021): 32 con la causale ’per guasto’". Guasti – tiene a ribadire la Procura – che si sono verificati anche in epoca successiva, "durante proprio le operazioni di verifica". Ed ecco il lungo elenco che ha provocato gli stop alla monorotaia , a partire dal "trattamento antiscivolo", ovvero la resina con cui è verniciata la via di corsa, che "tende a sfaldarsi specie in corrispondenza dei tratti interessati dalle frenate e dalle accelerazioni". Con "frequenti ripristini". Poi la formazione di ghiaccio o neve "lungo la via di corsa", con il "previsto liquido di de-icing inidoneo perché rende la trave monorotaia scivolosa e se ne impone la rimozione mediante lavaggio". Molto spazio viene riservato ai giunti di collegamento dei tratti della struttura, dove si evidenzia un «acclarato cattivo funzionamento e conseguenti interventi di ripristino e allineamento". E ai tirafondi, con diffuse rotture "delle barre filettate ancoranti la via di corsa alla parte sommitale delle pile di cemento armato che la sorreggono". Infine, nella lista della spesa, non ci si dimentica dell’"ammaloramento precoce", relativo in particolare "ai massetti degli appoggi delle travi sui baggioli delle pile, dei materassini in neoprene sottostanti i baggioli, delle saldature delle travi, le fessurazioni del calcestruzzo, le ossidazioni delle strutture e dei cuscinetti dei veicoli".

Ammanchi, insomma, e decisioni sbagliate ma esclusivamente "meritevoli di attenzione da parte della magistratura contabile , in punto di economicità delle decisioni tecniche e della resa del servizio", rispetto anche ai "rapporti con l’Ente pubblico e dei soggetti onerati di garantire un servizio efficiente e sicuro". Guasti ed emergenze, sono convinti i magistrati, "pongono semmai un tema di inefficienza/inadeguatezza delle soluzioni operative adottate, nel progetto e nelle scelte dei materiali, rispetto a ciò che può pretendersi come servizio efficiente e fisiologicamente funzionale". Ergo, un servizio in cui «i ’guasti’ o le interruzioni siano confinate nell’ambito delle eccezionalità».

Ma – puntualizzano da via Garibaldi – "non evoca un tema di frode nelle forniture" o un effetto di "malafede". Tra quanto progettato e attuato "è risultata coerenza", "senza maliziosi scostamenti in grado di fondare il proprium del reato".

 

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