Per anni picchia e deruba la madre La polizia lo allontana dalla città

Il Questore ottiene la misura di prevenzione per un trentasettenne violento e con problemi di droga. Gentilini (Anticrimine): "Dopo l’analisi del suo percorso criminale, così scongiuriamo compia altri reati"

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Per ben 15 anni avrebbe maltrattato la madre, derubandola, picchiandola e addirittura arrivando a segregarla in casa, sempre per estorcerle denaro da spendere in sostanze stupefacenti. Un regime di paura e violenza durato troppo tempo, secondo il quadro delinato dalla polizia, che si è concluso con la misura di prevenzione della sorveglianza speciale richiesta dal Questore Isabella Fusiello dopo le attività della divisione Anticrimine agli ordini del Primo dirigente Silvia Gentilini e disposta dall’apposita sezione del tribunale. Ora il figlio, trentasettenne, per tre anni non potrà soggiornare in città (ed è così di fatto costretto a non abitare più con la madre) e non potrà né comunicare con la donna né avvicinarsi a meno di 500 metri da lei. La misura prevede poi l’obbligo di permanenza notturna in casa, se non previo avviso all’autorità locale di pubblica sicurezza.

Nei confronti dell’uomo, per gli stessi motivi, è stato anche disposto il carcere: ma quando la misura cautelare terminerà, quella di prevenzione resterà in essere.

Una soluzione piuttosto nuova, in generale e in città: è dall’introduzione della legge ’Codice rosso’ (2019), infatti, che questo strumento, originariamente previsto per contrastare i fatti di mafia, è stato allargato agli ambiti dei reati di atti persecutori e maltrattamenti. Sottolinea il dirigente Gentilini: "È uno strumento in più per il Questore, che lo assiste nel compito di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblici. È infatti lui stesso a fare richiesta della misura al tribunale, sulla base dell’analisi del percorso criminale della persona in questione, eseguita appunto dall’Anticrimine". La divisione di Gentilini è incaricata di tenere conto dei precedenti della persona in questione, degli altri interventi di qualsiasi forza di polizia che lo hanno coinvolto, dei controlli eseguiti nei suoi confronti e delle sue modalità di vita. E di fronte a una "grave cornice indiziaria comprovata", che testimoni una evidente pericolosità sociale del soggetto, e soprattutto se si ritenga probabile che compia nuovi reati, si interviene preventivamente.

Nel caso specifico, si tratta di un uomo da tempo tossicodipendente, con precedenti legate agli stupefacenti e a vessazioni ai danni della madre, più volte negli anni sottoposta a violenze fisiche e psicologiche. Così, l’accentuato pericolo per l’incolumità della donna ha reso necessario predisporre nei confronti del figlio uno speciale controllo da parte dell’Autorità di polizia, per scongiurare ulteriori comportamenti violenti e prevaricatori.

"La misura di prevenzione, a differenza di quella cautelare che è repressiva, interviene ’ante delictum’, cioè prima del reato, tenendo conto della pericolosità sociale della persona e del suo percorso criminale – prosegue Gentilini –. La prevenzione non è alternativa alla repressione, ed è certamente uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini".

Federica Orlandi

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