Bologna, pesci morti in Appennino. "Disastro ambientale dopo i lavori alla diga di Pavana"

Fauna ittica travolta dal fango. La preoccupazione dei sindaci dell'Unione, un esposto in Procura. Si muove la Regione

Morìa di pesci sull'Appennino Bolognese (foto Marchi)

Morìa di pesci sull'Appennino Bolognese (foto Marchi)

Bologna, 29 luglio 2020 - Alcune operazioni sulla diga di Pavana hanno comportato seri problemi al fiume Reno e sul torrente Limentra e a farne le spese sono stati i pesci: è morta infatti "un'enorme parte della fauna ittica presente".

Gli 'abitanti' dei corsi si sono ritrovati 'travolti' dal fango e senza acqua in cui nuotare. E quanto successo allarma parecchio i sindaci dell'Unione dei comuni dell'Appennino bolognese che chiedono ora alla Regione Emilia-Romagna di indagare.

Aggiornamento Onda di fango nel Reno Si muove la Procura

"L'Appennino è una riserva naturale unica e ciò che è avvenuto ci preoccupa non poco", dice il presidente dell'Unione dell'Appennino bolognese Maurizio Fabbri. Nel territorio ci sono altre dighe e certe operazioni hanno creato problemi anche in passato, ma di recente si è riusciti, "grazie anche alle associazioni di pescatori, a gestire meglio le operazioni sulle dighe, salvaguardando la fauna. Ci chiediamo perché non sia avvenuto lo stesso in questo caso. La Regione di competenza della diga di Pavana è la Toscana, ma i danni principali di questa operazione ricadono sul versante emiliano".

Per cui Fabbri chiede alla "nostra Regione" di "rilevare eventuali precise responsabilità di quello che pare un danno ambientale importante".

Secondo le prime informazioni riportate dall'agenzia di stampa Dire, l'ufficio tecnico per le dighe del ministero delle infrastrutture dalla sede di Firenze ha ordinato l'adeguamento sismico al gestore della diga di Pavana, Enel Green Power. Per farlo, è stato necessario svuotare del tutto l'invaso, quindi anche dei fanghi che negli anni si accumulano sul fondo del lago.

"Questa decisione, combinata con il basso livello dell'acqua dei fiumi a valle, per via della stagione estiva, ha portato alla moria della fauna ittica e ad un vero disastro ambientale che tutti abbiamo potuto vedere", dice il consigliere regionale di Coraggiosa, Igor Taruffi.

Il "fatto grave" per Taruffi è che lo svaso "poteva sicuramente essere realizzato in altri modi. Sicuramente più costosi per il gestore che quindi probabilmente ha deciso di seguire la via più breve".

E allora, proprio per verificare se siano state rispettare le norme e tutte le procedure per lo svuotamento della diga di Pavana, ha chiesto l'immediato intervento dell'assessorato all'Ambiente della Regione Emilia-Romagna. "Perché una cosa è certa: il danno causato è davvero inaccettabile".

Per Taruffi, "il gestore della diga, Enel Green Power, dovrà ripristinare le condizioni ambientali del fiume e ripopolare la fauna a sue spese, se ci sono reati vanno denunciati e se per questo scempio ci sono responsabilità amministrative, qualunque sia la parte interessata, devono emergere con assoluta chiarezza. Quanto successo è semplicemente intollerabile e non può restare impunito".

Si muove con un'interrogazione alla giunta Bonaccini ed un esposto alla Procura anche il consigliere regionale della Lega Michele Facci. Della "diffusa moria dei pesci lungo il Reno molti hanno visto le drammatiche immagini sui social", segnala Facci che tira in ballo anche l'ok alle operazioni dalla Regione Toscana, ma preventivamente comunicato dal Comune di Sambuca Pistoiese il data 9 luglio.

"Tutte le volte che le dighe procedono allo svuotamento vengono provocati disastri ambientali. Allora, sorge la domanda: è tutto ciò evitabile?". Per Facci il caso concreto potrebbe configurare quella "alterazione dell'equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali", che identifica il reato di disastro ambientale previsto dal Codice penale.

Come si sta muovendo la Regione Emilia Romagna

"Vista la gravità di quanto accaduto, la Regione, anche attraverso i propri Enti strumentali, darà corso alle azioni del caso nei confronti dei responsabili. Sia sul piano penale, sia per quanto riguarda la richiesta di risarcimento economico per danno ambientale". Così l'assessore regionale all'Ambiente, Irene Priolo, intervenendo sui danni ambientali al fiume Reno e al Torrente Limentra, le cui acque sono state rese torbide a seguito ad alcune operazioni di svaso del bacino diga di Pavana (provincia di Pistoia) imposto dal provvedimento urgente e contingibile dell'ufficio tecnico per le dighe di Firenze e realizzato operativamente da Enel Green Power.

Operazione che ha avuto, tra l'altro, come conseguenza anche una diffusa moria di pesci. "Già oggi nella sede della Regione- aggiunge Priolo- si è svolto un primo incontro per valutare i fatti accaduti e la necessità di eventuali provvedimenti specifici per il ripristino dello stato dei luoghi e dell'ecosistema".

Secondo la ricostruzione dei fatti definita in Regione, ieri, nell'ambito della fase conclusiva delle operazioni di svaso della Diga di Pavana effettuate da Enel Green Power, si è verificato un rilascio ingente di sedimenti sul Torrente Limentra di Sambuca, "eccedente il quantitativo previsto nel Piano operativo presentato da Enel. I sedimenti fuoriusciti dalla Diga hanno determinato una forte torbidità delle acque e una riduzione dell'ossigeno che ha comportato una moria di pesci, oltre alle evidenti problematiche generate all'intero ecosistema".

Un primo sopralluogo effettuato da Arpae, nelle fasi immediatamente successive al riversamento, ha permesso di verificare che la torbidità si è propagata fino al fiume Reno a località Riola Ponte nel Comune bolognese di Grizzana Morandi. 

La versione di Enel

Enel Green Power ieri ha terminato le operazioni di svaso della diga di Pavana in vista di lavori di consolidamento strutturale che dureranno cinque anni. In una nota, a proposito dell’accaduto, la società elettrica spiega l’origine dell’inquinamento del Limentra e del Reno con un cedimento definito "imprevedibile" che "ha comportato la necessità di mantenere la completa apertura dello scarico di fondo della diga al fine di evitare l’ostruzione e la manovrabilità dell’organo atto alla sicurezza idraulica della diga. Tale situazione ha comportato la fuoriuscita di sedimento lungo l’alveo a valle della diga che si è previsto di mitigare con tutte le operazioni idrauliche possibili, comunicate in corso d’opera alla Regione Emilia Romagna, consistite nel rilascio di acqua pulita sia dallo sbarramento di Molino del Pallone lungo il Reno sia dalla diga di Suviana verso il Limentra di Sambuca e di Treppio".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro