Bologna, pestato a sangue in piazza Aldrovandi: "Mandibola rotta, ho paura"

Lo studente, 22 anni, preso a pugni senza motivo da un gruppo di coetanei. “Ai carabinieri ho mostrato il profilo dell’aggressore trovato sui social"

Rissa (foto di repertorio)

Rissa (foto di repertorio)

Bologna, 12 agosto 2022 - "Di solito ho sempre evitato di reagire a provocazioni... ma quando ho visto colpire il mio amico mi è venuto spontaneo dire ‘Che ca...o fai?’. Una frase soltanto. Ed è stato un attimo. Ho visto il pugno arrivarmi sul mento. E poi il dolore". Francesco (il nome è di fantasia) fa ancora fatica a parlare. Venerdì notte, lo studente universitario di 22 anni, finito il turno di lavoro in un locale del centro, era andato in piazza Aldrovandi a bere una birra con alcuni amici. Quando, senza motivo, un ragazzo, suo coetaneo probabilmente dell’Est, lo ha preso a pugni in faccia, procurandogli la rottura della mandibola.

Aggiornamento Bologna, pestaggio in piazza Aldrovandi: identificato l'aggressore

Francesco, senza motivo.

"Nessun motivo. Solo la voglia di attaccare briga, in un tentativo malsano di imporsi come padroni della zona universitaria. Forse ho sbagliato io, mi sarei dovuto allontanare con i miei amici. Ma ho avuto una reazione istintiva, anche d’orgoglio. Sono per il dialogo, ho chiesto spiegazioni. Ed eccomi qua. Per settimane dovrò mangiare solo liquidi, non potrò fare sport per mesi. Ed eviterò sicuramente per un po’ il centro".

Ma come è iniziato tutto?

"Questo ragazzo si è avvicinato al mio amico. Gli ha detto: ‘Perché mi guardi male?’. E poi lo ha schiaffeggiato. Nessun tentativo di rapina, nessun fatto precedente tra noi. Solo la violenza per la violenza, fine a se stessa".

E quando ha chiesto un motivo giù botte.

"Mi è arrivato questo colpo subito, ben piantato. Io sono uno sportivo, faccio boxe. Ma ho sentito un dolore fortissimo. Credo avesse qualcosa in mano, forse un sasso. Un tirapugni no, altrimenti avrebbe lasciato il segno. Poi un altro che era con lui mi ha dato un pugno sul naso, meno violento. C’erano altre cinque persone con loro. Abbiamo evitato qualsiasi reazione".

Avete chiamato le forze dell’ordine poi?

"No, mi sentivo male. Sono andato in un bar a chiedere del ghiaccio e poi in ospedale. Mi hanno operato subito. La denuncia l’ho fatta ai carabinieri martedì. E ieri abbiamo fatto un’integrazione".

Per cosa?

"Perché il mio amico ha trovato il profilo dell’aggressore sui social. Era proprio lui, così ho portato tutto ai carabinieri. Spero adesso che anche visionando le immagini della videosorveglianza riescano a individuarlo".

Come si sente ora?

"Male. Fisicamente ed emotivamente. Mi sento vulnerabile e mi sembra ingiusto che una zona così viva e centrale sia tenuta sotto scacco da gente violenta e pericolosa".

Le reazioni: "In zona universitaria serve un presidio fisso "

"Ancora un’aggressione in zona universitaria, quella che, da troppo tempo, è una vera e propria zona franca, dove si aggrediscono persino le persone senza motivo". Così il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Sassone e il consigliere Stefano Cavedagna dopo il pestaggio di piazza Aldrovandi.

"Questa – aggiungono subito – è solo una delle conseguenze della disastrosa gestione della sicurezza da parte della Giunta Lepore. E’ ora di intervenire immediatamente e con decisione in zona universitaria, al pari di tante altre zone difficili, dove i bolognesi non sono più sicuri». Secondo i due non sarebbe una «risposta sufficiente" quella del vigile di comunità, e nemmeno "l’altra brillante idea" di nominare il sindaco della notte, "di cui poi si è persa traccia".

Per FdI serve "un presidio fisso delle forze dell’ordine in zona universitaria, bisogna poi istituire una forma di daspo urbano ed universitario".

Sulla stessa linea Matteo di Benedetto, consigliere comunale della Lega, secondo il quale "la situazione continua a essere senza reale controllo e la sinistra continua a fare orecchie da mercante. Salvo alcune misure evidentemente non sufficienti, siamo ancora lontani dal ridare tutta Bologna ai bolognesi".

Ci sono zone intere, aggiunge il leghista, "dove alla fine i bolognesi cominciano ad andare sempre meno o non vanno più. Lo vediamo nelle parole della vittima (il ragazzo picchiato in piazza Aldrovandi, ndr), che ha detto che per un po’ eviterà il centro. Così non va, la sicurezza è una condizione base la tenuta del tessuto sociale, va garantita". Si può e si deve "fare di più". Tradotto, chiude Di Benedetto, "più controlli, più pattuglie appiedate, anche della polizia locale, nelle zone critiche, più sicurezza".

 

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