Philip Morris rilancia su Bologna

L’azienda del tabacco: qui faremo il nostro maggiore centro ricerca al mondo sulla sostenibilità

Philip Morris

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Bologna, 27 maggio 2021 - Bologna capitale. Dell’industria, dei big data, ma anche e soprattutto della ricerca e della sostenibilità. Perché qui, tra Crespellano e Zola Predosa, nella provincia operosa d’Emilia, Philip Morris realizzerà il suo "più grande centro ricerca in industrializzazione e sostenibilità nel mondo". Un hub nel polo produttivo della famosa iQos (il dispositivo senza fumo che scalda il tabacco) che darà lavoro a 250 persone: alcuni ‘cervelli’ sono già in sede, altri arriveranno dall’estero, altri ancora saranno assunti ex novo. L’annuncio del presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia, Marco Hannappel, ieri all’evento dell’Ansa ‘La fabbrica del futuro’ è un’iniezione di fiducia per un territorio provato dalla pandemia, ma che Hannappel definisce un "fiore all’occhiello a livello mondiale".

Philip Morris: a Bologna maxi centro di ricerca da 250 posti di lavoro

A Crespellano due siti produttivi ospitano già 1.600 persone: si parla di oltre un miliardo di investimenti dal 2014, nell’ambito della strategia di puntare sui prodotti del tabacco senza combustione. "Abbiamo annunciato che, nel triennio 2021-2023, investiremo 2,4 miliardi di dollari in spese di capitale, per macchinari e attività di industrializzazione di nuova generazione, tutta su prodotti innovativi. Una parte importante di questi sarà spesa nel nostro Paese", sottolinea l’ ad di Pmi, che, alla fine dello scorso anno, ha presentato, a Taranto, un centro all’avanguardia di servizi digitali per i consumatori con 300 lavoratori e, a Bologna, un’academy 4.0 aperta al territorio, l’Imc.

Nel nuovo centro di ricerca, si punterà sull’industrializzazione, sull’ingegnerizzazione, sulle pratiche di sostenibilità e sull’innovazione di processo: questo significa che il fosforo e i neuroni di tutto il gruppo si muoveranno da qui– nel distretto all’uscita di Valsamoggia ’propiziato’ dall’amministratore scomparso Giacomo Venturi – a tutto il mondo. Nei distretti di filiera come quello di Philip Morris, che conta mille aziende agricole e oltre 7 mila industriali, il viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, "vede un nuovo modello di sviluppo" da sostenere con agevolazioni anche per gli investitori esteri.

E il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano si impegna a "semplificare la vita degli investitori" anche con un tutor per il disbrigo pratiche. Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, rivendica l’efficacia del "patto per il lavoro e per il clima" firmato con gli attori del territorio, e della legge regionale sull’attrattività degli investimenti. "In questi anni ha distribuito fino a 66 milioni di euro pubblici, con bandi, per creare lavoro di qualità e innovazione", osserva il governatore. Il caso Philip Morris mette d’accordo Confindustria, con la direttrice generale, Francesca Mariotti, che parla di "partnership virtuosa pubblico-privato" e sindacato, con il segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani secondo il quale è un esempio di come "fare sistema".

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"Questa è l’operazione che abbiamo discusso con Philip Morris: vogliamo creare un grande sistema internazionale, un ecosistema del sapere che incrocia tutti i nostri gangli fondamentali di questa Regione e aiuta il Paese", conclude l’assessore a sviluppo economico e green economy, lavoro e formazione della Regione Emilia Romagna, Vincenzo Colla.

 

 

 

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