REDAZIONE BOLOGNA

Piangete pure (al cinema) sugli amori finiti. La tristezza in città è trasformata in festival

Domenica all’Odeon il primo matiné con colazione e ’Le lacrime amare di Petra Von Kant’.

Piangete pure (al cinema) sugli amori finiti. La tristezza in città è trasformata in festival

Piangete pure (al cinema) sugli amori finiti. La tristezza in città è trasformata in festival

"Finché i film sono deprimenti le nostre vite possono non esserlo". Dalla battuta-meraviglia de La terza generazione di Fassbinder nasce l’idea del Triste Film Festival, il primo festival dove si è felici di piangere. L’hanno pensata nei minimi dettagli la loro manifestazione gli attivisti cinefili dell’Associazione Triste Film, nata in città dall’incontro di appassionati a un corso sull’archiviazione digitale di film della Cineteca. C’è un modo di sentire la vita e di conseguenza la sua rappresentazione cinematografica. molto chiaro ed empatico, C’è un grande amore per la settima arte che può far comunità se circoscritto tematicamente e c’è una certa dose di ironia, non fine a se stessa, però. Poi la buona conoscenza della comunicazione e della tendenza storica dell’umana natura allo stare insieme, a condividere, "perché trovare una spalla su cui piangere è già una bellissima cosa". E se il festival è nato a marzo dello scorso anno e tornerà nel marzo del 2024 al Centro della Pace, l’associazione, capendo bene l’importanza di esserci con una certa frequenza e coerenza, ha deciso di lanciare quattro matinè a partire da questa domenica all’Odeon. Titolo: Breakup Sundays: la fine dell’amore in quattro grandi film, proiezione e ritrovo dalle 11 per la colazione, biglietto a 8 euro.

"Vogliamo offrire l’occasione di riflettere sulle varie sfumature di emozione che sono contenute nei film tristi, dai drammi ai melodrammi – racconta Jacopo Fiorancio, 36 anni, originario della provincia di Milano e con una bella esperienza di gestione di un piccolo cinema ad Amsterdam – per cercare di capire a chi possa servire questo tipo di film, come tristezza e malinconia sono rappresentate e prossimanente al festival vogliamo proporre anche appuntamenti che fanno incontrare il cinema con il tema della salute mentale, invitando esperti a riflettere su questa tematica".

Un altro motto dell’Associazione Triste Film è "Struggere per ricostruire". "A volte vedere certe situazioni rappresentate da film –spiega ancora Fiorancio– può essere utile anche non per risolvere immediatamente la problematica ma per far capire che a volte nella vita, essere tristi va bene, non è sbagliato". I film in programma in questo nuovo ’cineclub’ triste sono Le lacrime amare di Petra Von Kant di Fassbinder, Blue Valentine di Derek Cianfrance domenica 22, Cold War di Pawel Pawilkowski domenica 12 novembre e 2046 di Wong Kar-Wai il 26 novembre. Per presentare le domeniche, l’associazione ha organizzato un karaoke di canzoni tristi molto partecipato mercoledì scorso: la tristezza cantata insieme è la migliore, poi fa pure capolino un po’ di temporanea gioia a sapersi non soli.

Benedetta Cucci