A uccidere Simone Farinelli, 20 anni, a Botteghino di Zocca a Pianoro, è stata l’acqua torrenziale del rio Laurenzano, sceso con la forza di uno tsunami dalla montagna sopra il paese. Incredibile se si pensa che, in giorni normali, in questo torrentino che costeggia via Caurinzano, teatro della tragedia, non scorre quasi un filo di acqua.
Farinelli, originario di Brescia, ma residente ad Ozzano, era in auto con il fratello maggiore per raggiungere la madre che con il compagno vive appunto in via Caurinzano. Salendo, però, la loro automobile è stata travolta dalla piena. "Come potrò vivere sapendo di non averlo salvato?". Queste le parole strazianti del fratello, alla trattoria del Botteghino dove si è riparato poco dopo la tragedia. Di Simone non ci sono state tracce fino alla mattina di ieri, quando il suo corpo senza vita è stato ritrovato più a valle. L’auto era invece molto distante, già a San Lazzaro.
Pianoro è stato senza dubbio uno dei comuni della provincia più colpiti dall’ennesima alluvione, la quarta. Ad accoglierci in quel che resta di casa sua è Patrizia che, con il marito, vive proprio a ridosso dell’incrocio con il ponticello che unisce il rio Laurenzano allo Zena, su via Zena. "Non riesco a chiudere gli occhi senza pensare che, forse, avrei potuto salvare quel giovane, se fossi stata più attenta a quel che succedeva fuori da casa mia. Ma sembrava l’apocalisse". I muri della casa di Patrizia parlano molto di quest’ennesima calamità: a segnare il livello raggiunto dall’acqua, ci sono trucioli di legno che sembrano quasi una carta da parati. "Oltre due metri di acqua in cantina, poi in veranda, in giardino e infine al piano terra – prosegue la residente –. Non ho mai visto niente del genere in vita mia. E a tradirci questa volta non è stato lo Zena, ma il rio. È venuta giù all’improvviso una valanga d’acqua che si è portata dietro anche parte della terra sotto casa mia. Un’acqua piena di legni, rami mai puliti e altri ripuliti, ma poi lasciati lì. In attesa di cosa?".
Gridano aiuto i cittadini di Pianoro e Botteghino: "Qualcuno ci venga ad aiutare per riappropriarci di quel poco che rimane, ancora una volta, delle nostre case. Alcuni di noi hanno dovuto dormire in chiesa, in Val di Zena, finché l’acqua non è arrivata anche lì. Chi doveva tutelare le nostre terre si è girato dall’altra parte".
Zoe Pederzini