Piero Odorici: "Non perdiamo il patrimonio della cultura"

Il sassofonista jazz è l’ospite di oggi della nostra newsletter

Piero Odorici

Piero Odorici

Bologna, 15 febbraio 2021 - Sono un musicista di jazz e porto avanti con dedizione e sacrifici questa musica fin da ragazzo. Sono riuscito con l’aiuto di alcuni soci a creare un’associazione, il ‘Jazz Club Bologna’, e a gestire un bellissimo jazz club nel centro storico di Bologna, il ‘Camera Jazz & Music Club’, proprio per la passione che ho da sempre verso questa musica e il comunicarla alle persone. Non abbiamo mai vissuto un momento tanto drammatico per noi artisti come questo, ormai è un anno che non stiamo lavorando e a fatica riusciamo a suonare insieme, a parte qualche registrazione e prova.

Questo comporta un grande scompenso psicologico in artisti che vivono della propria creatività e ti fa sentire veramente annullato, non penso ci sia cosa peggiore per quel che mi riguarda. Le chiusure dei teatri, dei club, sale musica, cinema, musei, a mio parere sono state una scelta non basata sulla conoscenza di quei luoghi, che sono tuttora quelli più controllati e sicuri perché attrezzati e con ingressi contingentati (il nostro jazz club per esempio ha ridotto la capacità da 100 persone a 50 pur essendo un locale di 200 mq) ma una scelta fatta da persone che di concerti ne ha frequentati pochi, se non qualche grande evento di pop con migliaia di persone. Si continua a parlare solamente di bar e ristoranti, nei quali è permessa la musica live di intrattenimento, altra scelta assurda! Abbiamo visto tutti come sono stati presi d’assalto i ristoranti in tutta Italia lo scorso fine settimana e personalmente, da quel che ho notato anche da noi, non mi sarei certo sentito sicuro ad entrarci. Però il teatro resta chiuso, il club chiuso, il cinema chiuso, mentre sono tutte situazioni molto più controllabili e sicure. A tutti dovrebbe essere data la possibilità di aprire e lavorare in sicurezza nel rispetto delle regole, e andrebbe seriamente sanzionato chi queste regole non le rispetta. Se continuiamo così per la nostra categoria sarà sempre più drammatico e si rischia di perdere un patrimonio culturale importante soprattutto nelle generazioni future.  

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