GILBERTO DONDI
Cronaca

Pignataro e la maxi evasione fiscale: accordo con l’erario da 280 milioni

Intesa del finanziere con l’Agenzia delle entrate per chiudere i conti dal punto di vista tributario. La contestazione iniziale, con sanzioni e interessi, era di 1,2 miliardi. Resta aperta l’inchiesta penale

Andrea Pignataro e la maxi evasione fiscale

Andrea Pignataro e la maxi evasione fiscale

Bologna, 8 giugno 2025 – Andrea Pignataro pagherà 280 milioni di euro. È questa la cifra monstre, una delle più alte mai pattuite in Italia, che il finanziere bolognese dovrà versare all’Agenzia delle entrate per chiudere, almeno dal punto di vista fiscale, la brutta storia che l’ha visto protagonista negli ultimi mesi. Pignataro, il secondo uomo più ricco del Paese dopo Giovanni Ferrero, è infatti finito al centro di una inchiesta della Procura per evasione fiscale perché, secondo le accuse, non avrebbe pagato imposte per circa mezzo miliardo nel decennio dal 2013 al 2023. Aggiungendo gli interessi, il conto è salito fino a 1,2 miliardi di euro.

Come sempre avviene in questi casi, la vicenda è andata avanti su due binari, quello fiscale e quello penale. E il ’Bloomberg italiano’, tramite i suoi avvocati, ha scelto la strada dell’accordo per risolvere almeno il primo dei due problemi. Ha quindi fatto quello che in gergo tecnico si chiama “accertamento con adesione”, cioè un accordo con l’Agenzia delle entrate secondo il quale, appunto, pagherà 280 milioni rateizzando la maxi-cifra in 5 anni. In questo modo, chiuderà i conti con il fisco versando una somma, comprensiva di sanzioni e interessi, nettamente inferiore rispetto a quella contestata inizialmente.

Resta ovviamente ancora aperto, però, il fronte penale, quello che lo vede indagato per evasione fiscale. L’inchiesta è del pm Michele Martorelli e, secondo le accuse, la residenza a Sankt Moritz di Pignataro sarebbe fittizia perché l’imprenditore, a capo del colosso inglese Ion Group, in realtà sarebbe residente in Italia. Dopo l’accordo con l’Agenzia delle entrate, tuttavia, anche l’inchiesta penale potrebbe imboccare una strada decisamente favorevole a Pignataro. Si vedrà nelle prossime settimane.

Il finanziere, 55 anni, nato a Bologna e cresciuto in zona San Mamolo, è noto soprattutto per la sua riservatezza. Laureato in Economia all’Alma Mater, ha conseguito un Phd in matematica all’Imperial College di Londra, poi ha lavorato come trader a Salomon Brothers prima di fondare, nel 1999, il gruppo Ion, un conglomerato attivo nelle tecnologie, nei servizi e nei dati in ambito finanziario. Il suo patrimonio, secondo Forbes, è di 34,2 miliardi di dollari e il suo gruppo ha effettuato varie acquisizioni in Italia, da Cedacri a Cerved e Prelios.

Lui, la moglie e i figli hanno molte proprietà sparse fra Bologna, Milano e la Sardegna e proprio da lì sono partite le indagini degli inquirenti per capire dove vivesse davvero Pignataro. Esaminando viaggi, celle telefoniche e relazioni personali, sono arrivati alla conclusione che l’imprenditore passava la maggior parte del tempo in Italia. E così sono partite le contestazioni.