Pillola anti Covid Merk: arrivate le prime confezioni a Bologna

Borsari, direttore Dipartimento farmaceutico interaziendale: "Ricevuti 95 trattamenti". L’infettivologo Guerra: "Lotta al Covid, ulteriore passo"

Morena Borsari con le pillole consegnate dalla struttura commissariale

Morena Borsari con le pillole consegnate dalla struttura commissariale

Bologna, 5 gennaio 2022 - Arrivate sotto le Due Torri le prime confezioni dell’antivirale Molnupiravir, farmaco che inibisce la replicazione del virus Sars-Cov-2, ancora in fase di studio, ma già utilizzabile nei pazienti a domicilio a rischio di evoluzione verso forme gravi. A ricevere le pillole Morena Borsari, direttore del Dipartimento farmaceutico interaziendale, come già era accaduto un anno fa per i vaccini e poi per i monoclonali. "Sono arrivati 95 trattamenti da suddividere tra Ausl, 40, e Sant’Orsola, 55 – precisa – e poi saranno gli infettivologi a individueranno i pazienti. La struttura commissariale ha consegnato al deposito regionale di Ferrara 840 trattamenti Molnupiravir e subito nel pomeriggio abbiamo inviato gli autisti addetti al trasporto farmaci a ritirare le confezioni destinate a Bologna". Borsari ha conservato nella farmacia del Maggiore le confezioni per l’Ausl, mentre e altre sono state inviate alla farmacia del Policlinico: "Delle 840 confezioni consegnate, 500 ne sono state distribuite alle Aziende, le restanti 340 rimarranno a disposizione per ricostituire le scorte".

Il farmaco deve essere somministrato il prima possibile, dopo la conferma di diagnosi di Covid e al massimo entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi: la dose raccomandata, precisa la Regione, "è di quattro capsule da 200 mg da assumere per via orale ogni 12 ore per 5 giorni". Secondo le indicazioni dell’Aifa, i pazienti destinatari del trattamento non devono essere ospedalizzati e devono appartenere alle categorie a rischio, ossia persone con tumori solidi o del sangue in fase attiva, insufficienza renale cronica (esclusi pazienti in dialisi), broncopneumopatia severa, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, malattia cardiovascolare grave (scompenso cardiaco, malattia coronarica, cardiomiopatia), diabete mellito non compensato.

"È la soluzione del problema? No – risponde Luca Guerra, infettivologo del Dipartimento interaziendale di Malattie infettive – ma è un ulteriore tassello, un altro strumento nel permetterci di giungere alla cima di questa impresa, ossia di arrivare a controllare e convivere con questo virus. Quello di una terapia antivirale da assumere a domicilio è sicuramente un ulteriore passo nella direzione della impresa che tutti insieme stiamo costruendo".

Lo specialista aggiunge che "lo studio della registrazione del farmaco dimostra una riduzione della progressione della malattia e degli eventuali successivi ricoveri del 30-40%. Noi abbiamo già avuto un confronto tra le due Aziende e adesso c’è l’ipotesi che saranno le Usca, anche dietro segnalazione dei medici di famiglia, a consegnare le compresse ai malati, previo confronto con un infettivologo che sarà sempre disponibile a un cellulare di riferimento. È importante, infatti, che i pazienti siano individuati il prima possibile".  

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