Pippo Pollina con ’Canzoni segrete’: un concerto per la memoria

Domenica al Galliera: l’impegno con Libera per combattere le mafie

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di Simone Arminio

Quattordici ‘Canzoni segrete’ e trent’anni di verità indicibili, da rivelare magari una volta per tutte. Al centro, in questo gioco di nascondigli e svelamenti, c’è un artista palermitano che da 37 anni porta l’impegno civile in musica e poesia, con 24 album incisi, venduti e soprattutto suonati dal vivo in tutta l’Europa, in quattromila concerti tra la Svizzera dove ormai vive da tempo, l’Italia del cuore, e poi Germania, Belgio, Austria, Francia e mille altri luoghi. Si chiama Pippo Pollina e anche a Bologna, qualche anno fa, ha lasciato una importante spora: quell’Ultimo volo – Orazione civile per Ustica, che salutò con un concerto al Manzoni e con un disco l’atteso ritorno in città del Dc-9 relitto della strage di Ustica. Pollina ritornerà domenica per suonare dal vivo in sestetto ‘Canzoni segrete’, il suo ultimo disco, e lo farà con l’impronta dell’impegno che lo contraddistingue, associando al concerto un convegno sui trent’anni delle stragi di mafia. Un doppio evento che vede alle 17,30 al circolo Arci ‘La fattoria’, in via Pirandello 6 al Pilastro, un incontro intitolato ’La mafia, a 30 anni dalle stragi le verità nascoste e quelle rivelate’.

La seconda parte della giornata, sarà dedicata alla musica, con il concerto di Pippo Pollina & Palermo Acoustic Quintet previsto alle 21.15 al Teatro Galliera di via Matteotti 27, biglietti su Ciaotickets.

Sul perché parlare e cantare di mafia, Pollina ha una sua idea ben precisa. "Ci sono processi, da Ustica alle stragi – spiega –, che si sono celebrati e conclusi ma non ci hanno detto la cosa più importante, ovvero chi sono i colpevoli. Questioni irrisolte forse perché, a volere risolverle, bisognerebbe dire che Cosa nostra e altre mafie siano state quasi sistemiche, in certi anni". Ma "noi italiani non smetteremo di farci i conti, finché non faremo i conti con le vere responsabilità".

Da qui il senso di una memoria che si fa ancora impegno civile e ricerca, dopo tutti questi anni. Una memoria che nel vissuto del musicista palermitano, infine, è strettamente collegata con una vicenda personale. Quella partecipazione, seppure fugace, da studente universitario e aspirante cronista, all’avventura de ‘I Siciliani’ di Pippo Fava, giornalista coraggioso ucciso dalla mafia nel gennaio 1984. Pollina pochi mesi dopo, forse anche per quella delusione, partì per l’Europa, chitarra in spalla, ma quella terra e quelle storie non le ha mai dimenticate. Anzi, le ha cantate.

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