"Piscine di nuovo chiuse? Colpo di grazia per tanti"

I gestori degli impianti non ci stanno: "Ci eravamo appena ripresi". E molti temono che lo stop si protrarrà ben oltre il 24 novembre

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Controlli dei carabinieri in piscine del Bolognese, nei giorni scorsi

di Federica Orlandi

Piscine e palestre chiudono. Dopo una settimana di fuoco – "una beffa", per alcuni –, il Dpcm firmato ieri dal premier Giuseppe Conte non lascia più dubbi: questi impianti sportivi tornano a chiudere, almeno fino al 24 novembre prossimo. Con grande rammarico di chi li gestisce, vi lavora o solo li frequenta.

"Da mesi rispettavamo per filo e per segno le regole – attacca Maurizio Monaco, gestore della piscina Spiraglio della società President Bologna, in via del Carpentiere –, ci siamo adeguati facendo dei sacrifici e con costi notevoli, tra aumento delle sanificazioni, acquisto di mascherine e gel disinfettanti... Per cosa?". La scorsa settimana, lo Spiraglio "è stato controllato da Ausl e Nas, come capitato tante altre volte dopo la riapertura: mai trovate irregolarità. È ingiusto punire noi, quando a sgarrare sono altri e ci sono contesti ben più problematici. Per di più, il danno è doppio: dato il periodo, già registravamo un crollo degli iscritti. Nei corsi, i bambini l’anno scorso erano 550, questo 140. Un altro stop significherà la fine per tanti".

Situazione simile negli impianti Sport 2000 di San Lazzaro e Pianoro, dove il presidente Mauro Caselli ride amaro: "Ci avrei scommesso, che dopo la settimana ’di prova’ alla fine ci avrebbero chiusi. I controlli sono stati fatti, il rispetto delle regole confermato: e poi? Inoltre, nessuno si domanda dove andranno i ragazzi che non potranno più fare attività sportiva. I bambini più piccoli staranno magari a casa davanti alla tv, mentre i più grandicelli andranno al parco, in un contesto certamente più esposto a rischi di contagio. Non sono la scuola e le piscine il problema". Sulla durata dell’efficacia del Decreto, "sono realista – prosegue Caselli –, sospetto durerà almeno fino all’Epifania, perché è assurdo chiudere subito prima delle vacanze di Natale. Sempre sperando che nel frattempo la situazione dei contagi migliori".

Concorda sulle tempistiche di chiusura Armando Ballotta, presidente di Sogese (che gestisce 14 impianti sportivi e piscine tra città e provincia): "Siamo rassegnati, non è del tutto inaspettato. Domani (oggi, ndr) il Cda si riunirà e si confronterà con i sindaci sul da farsi. Essendo i nostri impianti pubblici, possiamo adottare un atteggiamento più sereno. Temo che la chiusura proseguirà almeno dopo le vacanze natalizie e anzi, sarebbe un’agonia riaprire per chiudere subito dopo. E ammetto che se gestire il nuoto libero era semplice, lo stesso non è stato per i corsi, soprattutto dei bimbi. Negli orari di punta tra genitori, atleti in uscita e in entrata, rispettare numeri e distanze era complicato. Anche se tutti i nostri soci sono stati responsabili. Approfitteremo della chiusura per interventi e migliorie tali da farci riaprire con ancora più sicurezza".

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