
Pistoletto fra i ragazzi "Sì alla pace preventiva"
di Benedetta Cucci
La fortuna di avere ospite Michelangelo Pistoletto è stata vissuta qualche giorno fa da parti differenti della popolazione. Da una parte il pubblico serale del teatro Laura Betti di Casalecchio e dall’altra quello mattutino degli studenti. Al centro della presenza del padre dell’Arte Povera il suo ultimo libro La Formula della creazione (Cittadellarte), per imparare a fare creazione e superare i conflitti.
Maestro, l’incontro con gli studenti di Casalecchio che spunti le ha dato?
"È stato un incontro, rispetto alle presentazioni che faccio in giro per l’Italia del mio libro, sulla parte preventiva, perché stiamo vivendo in un momento in cui, il concetto di conflitto sta dominando. Quindi ho trattato questo tema anche attraverso le mie pagine".
Come è iniziato tutto?
"A un certo momento, nel 2003, una dichiarazione di guerra preventiva da parte del presidente Usa Bush e del primo ministro inglese Tony Blair mi ha davvero sconvolto. La guerra come principio di qualsiasi azione è un punto di partenza al quale credo si debba invece contrapporre il concetto di pace preventiva. Così nel 2013 ho scritto il libro Il Terzo Paradiso che comincia proprio con questo tema e da lì è nato e si è diffuso il simbolo trinamico, dove tutti gli elementi contrastanti che stanno nei due cerchi estremi, devono trovare nel cerchio centrale la soluzione di equilibrio e armonia".
Lei si schiera contro la guerra?
"Non sono contro la guerra perché sono per quella condizione che non permette di arrivare alla guerra".
In effetti essere "a favore di" è più efficace rispetto all’essere contro.
"Se mi metto contro la guerra faccio la guerra alla guerra. La protesta non è la mia finalità, perché va verso qualcuno che vuoi cambiare. La mia finalità è la proposta perché sei tu che devi proporre qualcosa che può cambiare e far crescere e sostituire il sistema che si chiama guerra".
Come vede i giovani che oggi scendono in piazza per tante cause ho che protestano con ribellioni di varia matrice?
"Quello che mi interessa è creare una scuola di incontro tra le differenze. Una scuola di creazione, appunto, una creazione a disposizione di tutti per imparare a mettere insieme, perché in qualsiasi campo esistono due elementi che devono trovare l’accordo e produrre un terzo elemento nuovo che non esisteva. La creazione si deve imparare già da scuola, non solo per fare un’opera d’arte a se stante, ma per fare società".