Bologna, 5 dicembre – Il grande cuore di Roberta Imperatori batte ancora nell’eredità del suo lavoro. La poliziotta, in servizio al commissariato Bolognina Pontevecchio, è morta lo scorso 8 ottobre, dopo aver lottato a lungo contro un brutto male. Ha lasciato una famiglia spezzata dal dolore e un vuoto incolmabile nei colleghi. Ha lasciato anche uno scatolone, pieno di casi e faldoni, che il destino ha costretto a lasciare a metà. Tra questi, c’era la storia di Mariuzzo, un settantenne italiano, senza fissa dimora da ormai tanti anni, in cura in un ospedale cittadino a seguito di un suo malore, e anche ‘senza identità’.
Roberta stava lavorando al suo caso, quando la malattia se l’è portata via. Il fascicolo, così, era finito nello scatolone. Nessuno dei colleghi, un po’ perché il lavoro al commissariato proprio non manca, un po’ anche perché il solo guardare lo scatolone faceva male, riportava alla mente il sorriso e gli occhi di Roberta, aveva più preso in mano quelle pratiche.
Finché non è arrivata Daniela, da Imola, appena trasferita, che ci ha messo mano. Lo scatolone diventa ogni giorno più piccolo, grazie al suo lavoro, ma tra le ‘carte senza speranza’ ne salta fuori una diversa dalle altre. Roberta ci aveva investito del tempo, perché questa pratica una speranza ce l’aveva. Era la storia di Mariuzzo.
L’uomo, privo di documenti, al momento del ricovero aveva fornito ai sanitari il codice fiscale a voce. Tuttavia, risultava associato a una persona defunta da diversi anni.
Mariuzzo era un ‘fantasma’. “Grazie al lavoro di Roberta, prima, e a quello di Daniela oggi – spiegano dalla Questura – e alla collaborazione degli ufficiali delle anagrafi interessate, si sono potute sanare le anomalie documentali emerse dalle indagini. Quindi, tramite il comune della sua ultima residenza, si è riusciti a risalire ad alcuni parenti ancora in vita di Mariuzzo, che ne avevano perso le tracce da anni, i quali hanno subito confermato l’identità fornita dall’uomo.
Mariuzzo, grazie a Roberta e a tutti quelli che hanno preso a cuore la vicenda collaborando in questa laboriosa ricerca, potrà così finalmente avere una nuova carta di identità che gli sarà rilasciata dal Comune di Bologna e potrà riabbracciare i parenti che non vede da molti anni. Presto alla casa di cura Giovanni XXIII si festeggerà, carta d’identità alla mano, il ‘ritorno’ di Mariuzzo. Roberta sorriderà da lassù”.