Bologna, 18 giugno 2025 – La coppa dello scudetto è nelle mani di Achille Polonara perché ogni promessa è debito: “Ora è tua Achi, forza!”.

Gliel’hanno consegnata capitan Marco Belinelli, assieme ad Alessandro Pajola e Toko Shengelia. Una piccola delegazione della Virtus, fresca vincitrice martedì sera del 17esimo tricolore della propria storia, si è radunata all’interno del padiglione 8 dell’ospedale Sant’Orsola, dove Polonara ha già cominciato le cure contro la leucemia mieloide.
Il numero 33 delle Vu Nere si emoziona all’arrivo dei compagni, ma l’immagine più bella è il sorriso che compare sul suo volto, nel momento in cui il giocatore si affaccia alla finestra al terzo piano: “Siamo campioni d’Italia”, gioisce Polonara.
Un momento di felicità che Achi esprime alzando la coppa al cielo. Ora anche il suo sogno è realtà. Martedì, prima di gara 3, l’ala aveva espresso il desiderio di voler “dormire con la coppa”. Alla fine i suoi amici lo hanno accontentato, dimostrando che questi ragazzi sono più che un semplice gruppo che gioca insieme sul parquet.
Non solo, il georgiano Shengelia ha consegnato al compagno anche il suo premio di Mvp delle finali, conquistato nella serata di martedì contro Brescia. I giocatori sono entrati due alla volta e tutto è stato predisposto per garantire la massima sicurezza. Infatti, Pajola, Shengelia e Belinelli sono entrati nella stanza con mascherine e camice usa e getta.
Assieme a loro anche lo staff medico del club rappresentato dal responsabile dell’area medica, il dottor Diego Rizzo, due fisioterapisti e il club manager Paolo Ronci. I giocatori sono arrivati intorno alle 15.30 mentre Achille si è fatto vedere dalla finestra una decina di minuti dopo.

All’uscita dall’ospedale Belinelli si ferma con i cronisti: "Era contento di vederci – racconta -. Con lui abbiamo parlato dei festeggiamenti”. Il capitano ha ammesso di essere a conoscenza della malattia del compagno sin da prima delle finali, e di averlo comunicato alla squadra dopo la vittoria in gara 2 e in seguito al consenso di Polonara stesso e della società: “E’ stata una bella botta ma era giusto che la squadra lo sapesse. Ero convinto che ci avrebbe dato la forza per vincere gara 3 per lui”. La cosa importante, però, è “che possa tornare a sorridere”. Polonara è “un ragazzo che combatte -continua il capitano - e noi dobbiamo stargli molto vicini. Per lui sarà molto importante avere l’affetto anche della sua famiglia: sarà il nostro pensiero fisso, fa parte della nostra famiglia”.
Un ragazzo d’oro “che combatte”, sottolinea ancora Belinelli, “ho cercato fin da subito di dargli tutto l’aiuto possibile che si può dare in questi momenti, una motivazione in più”.