Focus di approfondimento: sex work. Perché "per molte persone trans resta ancora l’unica opzione lavorativa". Lo affermano Porpora Marcasciano (foto sopra) e Nicole De Leo, rispettivamente direttrice onoraria e nuova direttrice artistica di Divergenti, il festival internazionale di cinema trans al via l’1 dicembre con anteprima già oggi, che dopo dodici edizioni detiene ancora il primato di unica manifestazione su questa cinematografia in Italia e tra le poche nel mondo. "Il paradosso – affermano – è vivere in una società che non permette l’accesso al lavoro e criminalizza in maniera più ho meno diretta l’unico strumento che spesso le persone trans hanno a disposizione". Il tema del sex work è stato scelto per portare all’attenzione il disegno di legge di recente presentato dalla senatrice Maiorino "e ispirato al modello nord europeo, un approccio repressivo che desta preoccupazione". Come dire: il cinema può parlare meglio di mille discorsi e raggiungere platee più ampie con tematiche sommerse. Concetto lungimirante, di cui Porpora Marcasciano è davvero un esempio, visto che il film di cui lei è protagonista, ’Le favolose’ di Roberta Torre, in proiezione questa sera alle 20,15 al Lumière (dove saranno tutte le visioni) e già sold out, sta ricevendo consensi in tutto il mondo: l’ultimo riconoscimento è il Premio per la Miglior Regia all’Idfa di Amsterdam, dopo il successo alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori e il Tokyo Film Festival. A proposito di lavoro e impossibilità, per chi è transgender, di esercitare professioni accessibili a tutti, c’è un film simbolo, ovvero ’Veni Etiam’ di Alex Hai e Mahtab Mansoor (2 dicembre alle 22,15), la storia proprio di Alex, metà tedesco e metà algerino, che negli anni Novanta arriva a Venezia col sogno di fare il gondoliere, ma incappa nei pregiudizi di questo mondo maschile e maschilista e viene allontanato. Nucleo centrale di Divergenti, che avrà come madrina Pia Covre, storica attivista e fondatrice, con Carla Corso, del Comitato per i diritti civili delle Prostitute, è da sempre il concorso internazionale che fino al 3 dicembre proporrà dieci opere tra documentari e fiction, che mostrano la resilienza e la forza della comunità trans declinate in un arcobaleno tematico. ’Nuestros cuerpos son sus campos de batalla’ dell’argentina Isabelle Solas parla di donne trans in lotta da una vita, ’Travesti Odyssey’ di Nicolàs Videla, cileno, è la storia di una performance messa in scena durante le proteste del 2019 a Santiago e ’Soy niño’ di Lorena Zilleruelo, racconta di Bastian, un giovane trans cileno che deve affrontare l’adolescenza, un momento molto difficile della vita, e viene filmato dalla cugina – la regista – dai 12 ai 18 anni. Domani in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, alle 17, nei locali del Mit, ci sarà un momento di formazione sui trattamenti legati alla lotta contro quello che è diventato stigma. Benedetta Cucci