Se la coperta è corta, a rimanere scoperti sono sempre i pendolari dell’Appennino. Il Comitato per la Ferrovia Porrettana, che aveva con largo anticipo manifestato le sue rimostranze per le ripercussioni a catena della linea passante Porretta-Pianoro sui viaggiatori dell’alto Reno, annota una sequenza impressionante di ritardi e cancellazioni nei primi giorni di funzionamento a pieno regime della tratta sperimentale. Peraltro in concomitanza con l’apertura delle scuole.
Per la giornata del 23 il bilancio è di 18 corse con ritardi dai 5 ai 25 minuti e altre 8 cancellate totalmente o sul tratto fra Sasso Marconi e Marzabotto. "Sulla nostra pagina Facebook, oltre alle numerose testimonianze di sdegno e frustrazione – scrive il portavoce Valerio Giusti in una nota –, gli utenti amareggiati non perdono l’ironia e al primo mattino, alla luce dei primi ritardi si chiedono: Cos’è stavolta? Cervo? Cinghiale? Escursionisti sui binari? Cavo scoperto? Passaggio a livello? Menefreghismo o semplice mancanza di manutenzione? Alla faccia delle annuali chiusure agostane. Molti lavoratori sono costretti a scusarsi continuamente e chiedere permessi ai propri datori, mentre studenti e professori perdono ore di lezione; altri pendolari, costretti a utilizzare la propria auto, scrivono lettere ai quotidiani denunciando di sentirsi cittadini di serie B solo perché abitano in Appennino, pure spezzato per mancanza di coincidenze con la Toscana. Altri cominciano a chiedere la raccolta di firme per una petizione che possa destare l’inerzia dei nostri politici che poco hanno fatto per contrastare le scelte di Regione e Città metropolitana, che hanno
cessato il preventivo confronto con tutti i comitati degli utenti della regione. Caddero nel vuoto le nostre perplessità e le continue richieste di potenziamenti infrastrutturali prima di avviare virtuosi progetti passanti e adesso che si fa?". Nella giornata del 24 sono stati 9 i convogli con ritardi dagli 8 ai 43 minuti e 5 le corse soppresse. Un bollettino su cui un utente ironizza via social: "L’Italia è una Repubblica fondata sull’andare al lavoro in ritardo di 10 minuti?". Secondo Valerio Giusti sono "superflui ulteriori commenti".
Appena due settimane fa, con una conferenza stampa a bordo di un treno (puntuale) sulla ormai famosa o famigerata linea passante, gli amministratori, con il sindaco Lepore e l’assesssore Corsini in testa, avevano confermato gli eccellenti risultati dell’esperimento ferroviario, con un aumento del 15% dei passeggeri a luglio e quindi la volontà di proseguire con la messa a regime delle nuove tabelle. Molti dei vecchi utenti però, sono letteralmente esasperati dai disservizi. "È ormai evidente a tutti che la programmazione e il coordinamento delle linee, alla luce delle nuove sperimentazioni volute dal PD con insistenza, sono un fallimento", afferma il vicesegretario provinciale della Lega Matteo di Benedetto. "Ribadiamo che l’unica soluzione è quella di ritornare all’antico – sottolinea la capogruppo di FdI in Regione Marta Evangelisti –, sospendendo questa nuova linea SFM1 che ha complicato e penalizzato la vita a tutti gli utenti dell’alto e medio Reno".