Postacchini: "‘Marconi’, segnali di ripresa"

Il presidente dello scalo rileva "dati positivi di voli per le vacanze con destinazione Sud Italia, Spagna, Marocco e Londra"

Enrico Postacchini, dal 2014 è presidente dell’aeroporto ‘Marconi’

Enrico Postacchini, dal 2014 è presidente dell’aeroporto ‘Marconi’

di Luca Orsi

Premiato dai tedeschi con il certificato Green Stars 2021 come primo aeroporto in Italia per sostenibilità, il ‘Marconi’ fa i conti con una trimestrale che, "come era previsto, è peggiore rispetto al 2020", afferma Enrico Postacchini, presidente dello scalo. Causa Covid, il ‘Marconi’ ha registrato un calo di passeggeri dell’84,9% rispetto al primo trimestre 2020 e un risultato netto consolidato di -6,3 milioni.

Ma in questo anno e mezzo "non siamo stati con le mani in mano aspettando che la pandemia finisse", precisa Postacchini. E respinge così al mittente le accuse di inerzia di Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia: "Con l’aeroporto fermo avremmo potuto fare una parte dei lavori necessari a renderlo adeguato al nostro territorio".

Caiumi parla di "occasione persa". È così?

"È esattamente il contrario. L’anno scorso abbiamo investito più di 32 milioni. E il risultato negativo 2020 comprende questi investimenti a bilancio".

Avete sfruttato la chiusura forzata causa Covid?

"Certo. Abbiamo addirittura anticipato al 2020 lavori già preventivati per il 2022. Soprattutto su pista, illuminazione e piazzali".

Cosa prevedete quest’anno?

"Ci sono investimenti già deliberati per oltre venti milioni. E sarà questo l’andamento anche per gli anni a venire".

Lavori indipendenti dai 24 milioni di aiuti della Regione che la Ue sta bloccando?

"Il nostro Piano industriale va avanti, come previsto dagli azionisti, pubblici e privati, indipendentemente dalla crisi e di eventuali contributi. Si è ricorsi al debito e inoltre c’è una buona capitalizzazione della società, che è solida".

Nel medio lungo periodo?

"Abbiamo un Piano investimenti di circa 200 milioni di euro. Insomma, fino alla fine della concessione, nel 2046, si continua a investire. Sempre più nella direzione della sostenibilità ambientale, in un’ottica green".

Capitolo turismo. Si vede la luce in fondo al tunnel?

"Da un paio di giorni abbiamo già notato la ripresa di alcune destinazioni".

Quali?

"Al momento le mete privilegiate sono il Sud Italia, la Spagna, Londra e il Marocco. Tutti voli legati al leisure".

Previsioni per l’estate?

"Da giugno in avanti ci attendiamo una ripresa, soprattutto del traffico estero".

Come valuta il passaporto vaccinale varato dal governo?

"Diciamo che tutto ciò che ci riporta verso la normalità è benvenuto".

Resta il nodo della lentezza degli aiuti.

"È necessario disegnare un codice dell’emergenza, per non rischiare di arrivare troppo lunghi con le misure. Non vogliamo aiuti di Stato, ma risorse per gli investimenti e gli strumenti ideali in questo senso sono il Pnrr e poi il Recovery Plan".

Gli aeroporti, nonostante la crisi che li ha travolti, non rientrano però fra i beneficiari delle risorse.

"Mi auguro che la cosa possa essere rivista, c’è ancora margine per correzioni e aggiustamenti. Sono previsti ponti, strade, ferrovie, autostrade... ma non gli aeroporti. Ritengo assurdo il sostegno alle compagnie aeree perché restino in piedi e non agli aeroporti, senza i quali gli aerei non atterrano né decollano. E, in ogni caso, alla viglia di quella che mi auguro sia una ripresa vera, credo che sarebbe un errore strategico escluderci, proprio per il ruolo chiave che possiamo giocare nel rilancio del turismo nel nostro Paese".

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