Poveri ed emarginati, l’impegno dell’Opera

Undici strutture fra Bologna e Ravenna ospitano più di trecento persone. Altri 150 bisognosi ricevono assistenza quotidiana

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di Massimo Selleri

Undici strutture distribuite tra la province di Bologna e Ravenna. Più di 300 persone ospitate, cui si aggiungono le 150 che quotidianamente ricevono assistenza. Dalla sportina della spesa per mettere qualcosa sotto i denti, al pagamento di una bolletta per evitare la sospensione della fornitura. Sono i numeri dell’Opera Padre Marella, che ha raccolto l’eredità del futuro beato don Olinto e che ne tiene viva la spiritualità.

Un’azione molto più complessa di quella che si potrebbe pensare se ci si concentra solo sull’assistenza o l’elemosina. "La sua carità non si limitava a un soccorso materiale verso i più deboli – spiega il cardinale Matteo Zuppi nell’opuscolo Padre Marella. Mano di Dio, mano di carità, mano di perdono – non si preoccupava solo di aiutare e sfamare chi era nel bisogno, ma cercava di donare loro un futuro da cittadini liberi e responsabili. L’educazione, infatti, è sempre un investimento per il futuro, è capace di immaginare oggi quello che sarà domani e di crederlo possibile, anche quando non si vede ancora nulla".

Sono sei le aree di intervento in cui l’opera è oggi impegnata: marginalità, anziani e disabilità, disagio psichico, dipendenze, marginalità e sostegno psicologico, con l’idea di fondo di riportare verso il centro le persone che sono ai margini della società. La struttura più famosa è il Pronto Soccorso Sociale di via del Lavoro 13, dove circa 70 uomini trovano accoglienza per un periodo che va da qualche mese a un anno. Tra gli ospiti, chi può aiuta l’opera con un affitto simbolico e chi non può si rende disponibile a collaborare con le attività della comunità.

Altre 30 persone sono ospitate nel Pensionato Sociale di via dei Ciliegi, a San Lazzaro, Qui viene offerto aiuto temporaneo a lavoratori con difficoltà familiari e di alloggio, che attraverso un percorso comunitario vogliono tornare all’autonomia.

Più contenute, e anche più delicate, le altre aree di intervento, con la Comunità alloggio per anziani di Madonna dei Boschi (Monghidoro), che ha solo 14 posti, mentre scendono a sei gli ospiti della Comunità Terapeutica Gemma Nanni Costa di Cadriano, creata per assistere le persone segnalate dal Sert o dal Centro di Salute Mentale.

Di dipendenze si occupa anche la comunità La Sorgente Elmi Marie Claire di Badolo (Sasso Marconi), mentre a Pieve di Cento ci si occupa del trattamento delle problematiche correlate all’alcol, con i casi più gravi che ricevono ospitalità.

Quattro le realtà che si occupano di minori, con lo scopo di restituire la serenità a chi, già nei primi anni di vita, deve fare i conti con forti conflitti o difficoltà. Situate a San Lazzaro, nei comuni di Monghidoro, Monzuno e Castel San Pietro, sono organizzate in base alle esigenze del minore, cercando di preservare il rapporto "madre-bambino".

Infine, vi è un centro gratuito di sostegno psicologico per fornire un supporto umano alle persone in stato di bisogno e per alleviare il disagio in situazioni di vita specifiche.

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