Precipitarono con l’aereo Nessun risarcimento

Coppia di fidanzati rimase gravemente ferita nello schianto dopo il decollo. L’aviosuperficie e la proprietaria del Cessna senza adeguate assicurazioni.

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A tre anni dal disastro aereo, attendono ancora un risarcimento danni. Perché oggi, a quanto pare, nessuno si dice responsabile, ergo vuole pagare. Una vicenda paradossale quella che ha per sfortunati protagonisti due fidanzati bolognesi: lui 28 anni, lei 31. Con una grande passione: il paracadute. E il 15 luglio 2017, per entrambi doveva essere un grande giorno.

Aviosuperficie di Cecina, alle 9.58 si alza un Cessna 185 con cinque persone a bordo, tra cui la coppia bolognese. Adrenalina a mille per quel lancio che sarebbe avvenuto pochi minuti più tardi. Un lancio di addestramento sportivo con la tecnica tandem, due paracadutisti accompagnati ad altrettanti istruttori allacciati con un’imbragatura. Ma nelle fasi di decollo, ecco il dramma: l’aereo perde quota, il pilota tenta il tutto per tutto per evitare di finire contro le case, riuscendo ad atterrare in un campo vicino. L’impatto però è violentissimo, il piccolo velivolo si ribalta con quattro dei cinque passeggeri che perdono conoscenza. Sarà il ragazzo bolognese, sentendo un fortissimo odore di carburante, a trascinare fuori gli altri dai resti del Cessna. Il pilota avrà la peggio, resterà per giorni in coma e oggi le sue condizioni sono ancora critiche. Feriti gravi anche i due fidanzati che riporteranno plurime fratture (lei) e la recisione di un tendine della mano sinistra (lui, per cui quel lancio doveva essere il regalo di compleanno), oltre alle conseguenze psicologiche che portano ancora oggi.

Da qui in poi l’agonia giudiziaria. Viene aperta un’inchiesta dalla Procura di Livorno e in parallelo dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) e dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv). E se tre anni dopo la situazione del penale non è ancora stata definita, con il pilota indagato ma di fatto oggi non in grado di stare a giudizio, l’azione civile è ancora più ingarbugliata perché nessuno vuole risarcire la coppia, rappresentata dall’avvocato Gabriele Bordoni. Nel corso delle indagini, è emerso che l’aviosuperficie non aveva una copertura assicurativa adeguata, bensì solo una Rc con l’ultimo premio non versato. Stessa sorte per la società (francese) che aveva in uso l’aereo. "L’aeromobile – scriverà Enac, chiamata in causa dai due ragazzi per non aver vigilato adeguatamente sulle coperture assicurative – era immatricolato in Francia. Copia del certificato assicurativo potrebbe pertanto essere in possesso della competente autorità francese, presso la quale potranno essere acquisite le necessarie informazioni". Nessun deposito, dunque, "in Enac della copia del certificato a copertura dei rischi per i passeggeri" e per questo, "da parte nostra non può essere imputata alcuna responsabilità". L’unica speranza ora resta la strada francese.

Nicola Bianchi

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