Premiato dal sindaco il ‘tassista del cuore’

Roberto Mantovani per due mesi, durante il lockdown, ha fatto consegne gratis. Gli è stata conferita la medaglia al merito civile ‘Giorgio Guazzaloca’.

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È targato ‘Bo5’ il taxi del cuore più famoso di Bologna. L’auto che dal 12 marzo ha sfidato il Coronavirus e in tempo di lockdown ha offerto assistenza gratuita per consegne e servizi ai cittadini più svantaggiati, quando nessuno poteva uscire. Chi lo guida è Roberto ‘Red Sox’ Mantovani, tassista cinquantenne così soprannominato per la viscerale passione che nutre verso la compagine di baseball di Boston. Un’avventura quella di Roberto nata da un semplice annuncio sul suo profilo Twitter: "Mi rendo disponibile per trasporti e consegne gratuitamente" e continuata per tutto il periodo del lockdown fra circa un migliaio di consegne gratuite di libri, spese e trasporti di necessità. Due mesi che ieri sono valsi a Mantovani l’onorificenza al merito civico ‘Giorgio Guazzaloca’, arrivata in Palazzo d’Accursio direttamente dalle mani del sindaco Virginio Merola. "Ma non chiamatemi eroe – puntualizza subito ‘Red Sox’ con la voce rotta per l’emozione –. Questo che a molti può sembrare uno sforzo, per me è stato un piacere". Un’opera di bene che ha subito incontrato il favore di Cotabo, che ha messo a disposizione tramite la centrale radio il numero diretto di Mantovani, per un aumento sensibile delle richieste.

Un esempio, seguito poi da tanti altri colleghi di Roberto, per un impatto ancora maggiore nel servizio per la città. "Questa medaglia va a persone che con impegno e dedizione si siano distinte per il bene comune di Bologna e dei bolognesi – così il sindaco Merola alla consegna –. È un piacere quindi riconoscere il merito civico all’opera svolta per due mesi da Roberto Mantovani, per aver messo al servizio della comunità il proprio taxi per piccole commissioni e trasporti eccezionali. Un servizio svolto con etica, onestà e responsabilità sociale che incarnano alla perfezione i valori positivi di questa città e di tutta una categoria". "Il sorriso delle persone è stato la mia più grande ricompensa – continua Roberto Mantovani –. Non ho mai accettato mance per i miei servizi, solo qualche specialità bolognese a cui è sempre difficile dire no. Perché? Ho la convinzione che ogni buona azione torni al mittente". Un servizio tutt’altro che scontato quello di Mantovani ma che ha scelto: "Il privilegio di far del bene e anche di vivere una città triste ma affascinante, nel momento in cui per due mesi dalle 20 in poi per strada non c’era più nessuno". Ora Bologna s’è desta, anche di sera, ma il lustro a livello nazionale che Roberto ha ottenuto e sancito con la medaglia Guazzaloca restano, così come "il ricordo bellissimo di quando ho consegnato un libro a un bambino, che vedendomi arrivare dal terrazzo ha urlato ‘è arrivato Harry Potter’. Mi sono sentito un mago", conclude Roberto.

Francesco Zuppiroli

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