Bologna, 18 settembre 2014 - Il premio Furla dedicato all’arte emergente italiana, dal 2005 un appuntamento fisso della vita culturale bolognese, decide di fare il salto internazionale — come abbiamo anticipato ieri — e va a Milano per la sua decima edizione, quella del 2015. Verrà presentato il 18 novembre a Palazzo Reale, la nuova prestigiosa location, e avrà come madrina e presidente della giuria internazionale che nominerà il vincitore, la celebre Vanessa Beecroft che, come altri artisti con lo stesso ruolo prima di lei, ha ideato il titolo The Nude Prize (Il Premio Nudo, tema che le sta, come sappiamo, molto a cuore) in collaborazione con il gallerista Jeffrey Deitch: la riflessione all’origine è quella sulla sfida che un artista intraprende partecipando a un premio, dovendosi mettere a nudo di fronte al giudizio degli altri. Il pensiero in grande, legato al decennale, sarà la mostra retrospettiva dedicata ai 10 vincitori del premio, che a marzo sarà allestita sempre a Palazzo Reale. Molto soddisfatta Giovanna Furlanetto, Presidente di Fondazione Furla e Furla S.p.A., che vede la sua manifestazione diventare grande ed espandersi.
Signora Furlanetto, perché Bologna non va più bene?
«Il premio è nato a Venezia nel 1999, nel 2000 la prima edizione. Si è trasferito a Bologna nel 2005 ed è diventato biennale. La prossima edizione, la decima, è un traguardo molto importante in quanto testimonia un impegno che dura da 15 anni. L’idea di trasferirlo a Milano è legata al fatto che nel frattempo l’azienda è diventata molto più internazionale, il 76 % del fatturato è oggi fuori dai confini, e vorremmo fare conoscere l’impegno dell’azienda su questo progetto a un pubblico e a una stampa più internazionale come il progetto merita. Di qui l’idea di organizzare anche un’importante retrospettiva sui 10 vincitori delle dieci edizioni».
Ma con la sua città si è rotto un incantesimo?
«A Bologna abbiamo sempre trovato buona accoglienza e continuiamo ad avere con Bologna, dove affondano le nostre radici, un ottimo rapporto».
Com’è stata in tutti questi anni la convivenza tra premio e città, tra premio e amministrazione e Fiera?
«La convivenza tra Premio Furla e la città è sempre stata molto buona, nel nostro piccolo abbiamo contribuito a portare l’attenzione verso l’arte contemporanea a un livello molto più alto rispetto a 15 anni fa e c’è sempre stata da parte del pubblico, di Artefiera, MAMbo e istituzioni cittadine, grande attenzione e collaborazione».
Aspettative deluse?
«Non ci sono state assolutamente aspettative deluse».
Quindi a Milano inizia una nuova storia...
«Il Premio va a Milano perché mi piacerebbe partisse una fase nuova, molto più internazionale della attività della Fondazione e pertanto è necessario che i media della moda dei Paesi in cui siamo presenti conoscano e apprezzino il lavoro importante che è stato fatto in questi 15 anni».
Oltre all’aspetto internazionale ha ricevuto una buona offerta?
«Il Comune di Milano ci ha offerto Palazzo Reale come location e siamo loro immensamente grati perché questo in qualche modo premia l’altissima qualità scientifica di questo progetto rivolto a sostenere e dare visibilità alla giovane arte italiana».