Processione a San Luca, tra pioggia e tristezza

Il rientro della Beata Vergine al santuario accompagnato dalla commozione per la scomparsa improvvisa del vescovo emerito

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di Massimo Selleri

"Ringraziamo il Signore per quanto monsignor Vecchi ha fatto per tutta la nostra Chiesa e per Bologna". L’arcivescovo Matteo Zuppi, nell’accompagnare la Vergine di San Luca verso il suo santuario, non può non ricordare monsignor Ernesto Vecchi, il vescovo ausiliare emerito scomparso improvviasamente sabato. "Non possiamo non ricordare questo nostro amico che è affidiamo a Maria – ha detto il cardinale Zuppi – e la sua commozione nell’aver benedetto la città al mio posto mercoledì pomeriggio è la stessa commozione che tutti noi stiamo provando ora". Nella giornata di oggi sarà allestita la camera ardente nella sala Bedetti situata nel piano terra dell’arcivescovado e le porte resteranno dalle 10 alle 19.

Intanto, dalla cattedrale al Colle della Guardia la pioggia ha continuato a cadere incessante. Non è solo una questione di tradizione, nella settimana in cui l’icona della Beata Vergine scende in città il maltempo è una condizione altamente probabile, ma è come se Bologna e non solo Bologna dovesse essere lavata da qualcosa di repellente: l’assefuazione alla guerra. A poco più di 2mila chilometri da qui si combatte senza tregua e se nei primi giorni l’invasione russa sembrava orrenda, con il passare del tempo sta maturando l’idea che quel conflitto, come gli altri che si stanno combattendo nel mondo, stia diventato fisiologico. "Non possiamo abituarci alla guerra – spiega il cardinale Zuppi – perché non possiamo abituarci né alle tante vittime che ogni giorno perdono la vita, né alle sue conseguenze più devastanti. Mi riferisco alla grave crisi alimentare che si prospetta se non arriveremo ad una tregua e che affamerà le nazioni più povere. E’ una vera bestemmia che i cristiani si facciano la guerra tra loro ed è per questo che tutti insieme chiediamo alla Madonna di San Luca il dono della pace".

Nel percorso verso il santuario dove normalmente risiede la venerata immagine, l’arcivescovo è accompagnato dal vescovo Ambrozie, vicario per i fedeli ortodossi moldavi in Italia (si tratta di una chiesa che fa riferimento al patriarcato di Mosca), e da monsignor Dionisio Lachovicz, l’esarca apostolico per i fedeli ucraini in Italia. "Noi siamo qui e vogliamo pregare per la pace – spiega l’esarca Lachovicz – sapendo che non c’è pace senza giustizia. Preghiamo anche per voi italiani ed è una preghiera di grande ringraziamento. In questo momento la vostra nazione è campionessa mondiale nell’accoglienza e nella beneficenza verso il nostro popolo". Il vescovo Ambrozie, invece, preferisce non parlare, non conoscendo la lingua italiana, ma il fatto di esserci testimonia la volontà dei cristiani di volere la fine della guerra in tempi rapidi. "La legittima difesa è un diritto – ribadisce Zubbi – ma io credo che la pace rappresenti un diritto superiore". La processione avanza fermandosi in piazza Malpighi e a porta Saragozza, dove l’icona è accolta anche dalle rappresentanze delle forze dell’ordine e dall’assessore al welfare, l’onorevole Luca Rizzo Nervo, come esponente di tutta l’amministrazione comunale.

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