Prof morto, il medico che lo ha vaccinato: "La dose faceva parte del lotto sequestrato"

Il sanitario: "Dopo l’iniezione di AstraZeneca non mi ha mai chiamato". L’indagine va avanti: giovedì l’autopsia, già sentiti i primi testimoni

Giuseppe Morabito aveva 61 anni e da una ventina insegnava alle medie di Vergato

Giuseppe Morabito aveva 61 anni e da una ventina insegnava alle medie di Vergato

di Nicola Bianchi

La dose del vaccino AstraZeneca iniettata a Giuseppe Morabito, faceva parte del lotto ’fermato’ l’11 marzo in Emilia Romagna. E’ lo stesso medico del 61enne, deceduto nella notte tra venerdì e sabato, che ne ha seguito la profilassi a confermarlo: "Il lotto è quello, – spiega al Carlino – ma l’avviso del ritiro è arrivato alcuni giorni dopo quella somministrazione. Servirà comunque molta cautela, capire se esista una correlazione tra vaccino e morte, e soprattutto se possa c’entrare proprio quel lotto".

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La tragedia. Morabito, vicepreside e coordinatore delle scuole medie Veggetti e Don Milani di Vergato e Grizzana Morandi – dove ieri alle 11 è stato osservato un minuto di silenzio, anche da parte di tutti gli studenti in Dad –, mercoledì 3 marzo si era sottoposto all’iniezione volontaria. Dal giorno successivo, racconteranno il dirigente dell’istituto, Manuel Salvaggio, e alcuni colleghi, "però non è più stato lui". "Ribadisco – ha confermato anche ieri il primo – che il 3 marzo, quando l’ho visto l’ultima volta, era una persona in salute". Poi i malesseri, mostrati anche durante una lezione con i suoi studenti in Dad, e uno stato fisico che, secondo quanto trapelato, sarebbe andato giorno dopo giorno peggiorando. Fino al decesso venerdì notte, per cause ancora tutte quante da chiarire, nella sua stanza da letto della casa nel centro di Vergato, e il ritrovamento da parte di carabinieri e 118 la mattina successiva.

"Nessun allarmismo". Giovedì verrà effettuata l’autopsia, disposta dalla Procura, dalla quale sono attese tante risposte. "Abbiamo aperto un’inchiesta – così al Carlino il procuratore capo Giuseppe Amato – ma nessun allarmismo. Ricostruiremo le cause della morte, sarà un accertamento a 360 gradi". Allo stato attuale, è bene ribadirlo, non vi è nessuna correlazione tra vaccino e morte e il fascicolo, per omicidio colposo, non vede indagati.

Tocca ai Nas. La delega per gli accertamenti è stata affidata ai Nas i quali, con la collaborazione dei colleghi di Vergato, hanno sequestrato tutti i documenti clinici legati al 61enne, oltre ai vaccini del lotto già fermato l’11 marzo, e iniziato a sentire già i primi testimoni. A partire dal medico di base, come persona informata dei fatti. "Il professore mi aveva chiamato per il vaccino – riprende quest’ultimo –, quando è arrivato ci siamo presentati perché era la prima volta che ci vedevamo essendo con me da poco tempo. E dopo l’anamnesi, gli ho somministrato il vaccino". Nessun disturbo particolare, malattie cardiache, problemi ai polmoni, asma o febbre, da quanto trapelato. Tutte risposte negative riferite dal vicepreside. Il quale, nonostante avesse confidato il suo malessere dal 4 marzo a qualche collega, non si è mai più rivolto al medico. "Nei giorni successivi – conferma – non mi ha mai chiamato per presunti peggioramenti delle sue condizioni fisiche".

 

 

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