Pronto soccorso, a settembre nuovi ambulatori

La Regione al termine dell’incontro con i sindacati: "Aperti per i codici bianchi e a bassa complessità, affidati alla guardia medica"

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di Donatella Barbetta

Pronto soccorso: ecco la svolta per uscire dall’emergenza. A settembre apriranno gli ambulatori per i codici bianchi e a bassa complessità e saranno affidati ai medici della continuità assistenziale, conosciuti come i camici bianchi della guardia medica. I pazienti non gravi potranno quindi trovare risposte evitando di intasare l’area dedicata ai casi più impegnativi, perché gli ambulatori nasceranno "presso i Pronto soccorso".

Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, "consapevole dei disagi" di questo periodo, nei giorni scorsi aveva anticipato al nostro giornale la soluzione: "Ancora poche settimane e apriranno i primi ambulatori. Le Aziende stanno ultimando i piani di fattibilità, con l’indicazione del personale che ci lavorerà". Non solo, secondo Donini, "siamo all’inizio di un percorso che rivoluzionerà la medicina territoriale. La parola chiave è ’prossimità’". Gli impegni presi dalla Regione arrivano al termine di un ciclo di incontri con l’Intersindacale medica, formata dai rappresentanti di Aaroi Emac, Anaao Assomed, Federazione Cimo-Fesmed, Cisl medici, Fp Cgil, Fp Uil e Fvm, con molte proposte sul tavolo. Al termine del confronto di ieri da Viale Aldo Moro sono giunte le strategie operative, tra cui l’attivazione "di strumenti necessari per aumentare il valore economico riconosciuto per le prestazioni aggiuntive che i medici e i professionisti sanitari dipendenti svolgono fuori dal normale orario di lavoro, presso i Pronto soccorso per far fronte alla contingente situazione di criticità". Il punto è stato fatto "dopo l’accordo dello scorso maggio per il rafforzamento del personale e del servizio sanitario pubblico, in particolare dell’area emergenza-urgenza a partire dai Pronto soccorso".

Per Rodolfo Ferrari, direttore del Pronto soccorso di Imola e presidente regionale della Simeu, la Società di medicina d’emergenza e urgenza, "si tratta di provvedimenti propositivi, ma non faranno la differenza. I codici a bassa priorità hanno impatto molto differente e variegato nelle diverse sedi, c’è carenza di medici di continuità assistenziale e la bassa criticità nasconde spesso complessità che prevedono un processo di formazione specifico. Ben vengano gli incentivi economici, ma oltre che per le prestazioni aggiuntive fatte fuori orario va approntato un maggiore riconoscimento economico a tutta la base, medici e infermieri". Infine, Ferrari apprezza "la direzione presa dalla Regione e l’avanzamento dei lavori con gli interlocutori sindacali, ma non sono ancora ascoltate e rappresentate a sufficienza la voce e le proposte di chi di noi lavora sul campo". Per l’Anaao-Assomed, "da oggi si iniziano ad affrontare le criticità del Pronto soccorso", anche se "non è la panacea, ma il sistema è in movimento e non saremo certo noi ad arrestarlo" ed esprime "soddisfazione per l’ascolto ricevuto", sottolineando che il nuovo aspetto organizzativo è "volto a migliorare il filtro in accesso". Poi la constatazione: "Gli specialisti non si trovano, ma il carico assistenziale è notevole e non affrontabile se non a prezzo di enormi sacrifici che devono essere valorizzati". E adesso? "Appuntamento a settembre per un lavoro congiunto sul piano tecnico", conclude la Regione, per riprendere le proposte "relative alla rete assistenziale dell’emergenza-urgenza in stretto raccordo con la specialistica e la medicina territoriale".

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