Pronto soccorso Bologna, a 91 anni attende un letto 2 giorni. Il Sant’Orsola si scusa

I familiari: "Il personale medico e infermieristico faceva il possibile ma sembrava un girone infernale" Il Policlinico: "La car enza di posti nei reparti è all’attenzione della direzione sanitaria e dell’Ausl"

Bologna, 23 novembre 2022 - A 91 anni un uomo è rimasto nel Pronto soccorso Covid del Sant’Orsola per due giorni, dalle 19 di sabato alle 19 di lunedì. L’attesa è stata determinata dalla mancanza di posti letto. Poi l’uomo è stato portato in Geriatria. Un altro bolognese, questo di 97 anni, arrivato al Pronto soccorso generale, sempre del Policlinico, è rimasto in attesa di un posto letto dalle 10,30 di lunedì fino alle 11,30 di ieri, poi è stato trasferito a Villa Nigrisoli.

Manuela Verardi assieme al nipotino e al padre che è finito in Pronto soccorso
Manuela Verardi assieme al nipotino e al padre che è finito in Pronto soccorso

Sono i familiari a raccontare le vicende, nel primo caso è il nipote, Francesco Gentilini, consigliere per Coalizione Civica al quartiere Santo Stefano e, nel secondo caso, la figlia Manuela Verardi, ex assessore comunale. Da entrambi parole si elogio e sostegno al personale sanitario per la professionalità con la quale cercando di far fronte a una situazione oggettivamente molto difficile. "Abbiamo portato il nonno in Pronto soccorso Covid per complicazioni derivanti dal virus sabato, intorno alle 19,ma è stato portato in reparto solo lunedì, sempre intorno alle 19 – racconta Gentilini –. Nel frattempo è sempre restato su di una poltroncina, era controllato e monitorato ma, ad un certo punto, era sfinito e voleva andarsene. L’abbiamo convinto a rimanere ma è ancora sotto choc".

"Sembrava un girone infernale, c’erano almeno 50 persone in attesa con mio padre – fa presente Verardi – e altre ne arrivavano. Medici e infermieri erano chiamati da tutti, non ce la facevano più ma i letti non si trovavano. Poi per mio padre la soluzione si è sbloccata con Villa Nigrisoli ma dopo oltre un giorno di attesa. Il problema è che non siamo riusciti a contattare il medico di famiglia: due segretarie devono gestire almeno quattro dottori, se chiedi un appuntamento prima di 18 giorni non c’è. Siamo in una città dove non mancano le eccellenze a livello sanitario ma c’è allo stesso tempo un vuoto. Come orienti i pazienti a partire dal venerdì sera fino al lunedì quando i medici di base non ci sono? Sottolineo tutto questo con grande dispiacere perché la sanità pubblica è un bene fondamentale per tutti".

Dal Sant’Orsola arrivano le scuse: "Ci dispiace sinceramente della lunga attesa dei due signori. Il problema del protrarsi della permanenza in Pronto soccorso è all’attenzione della direzione sanitaria, che ha già intrapreso azioni che prevedono posti letto aggiuntivi e la riduzione dei ricoveri programmati. Questa situazione ci preoccupa molto alla luce della recrudescenza dei contagi e della concomitante epidemia influenzale. La difficoltà di ricovero dal Pronto Soccorso è acuita dalla ridotta disponibilità di posti letto occupati da pazienti che sarebbero trasferibili in altre strutture non ospedaliere a minore intensità assistenziale. Il tema è già stato rappresentato in sede di conferenza territoriale socio sanitaria e alla direzione dell’Ausl".

 

 

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