
I sindaci e politici Pd in testa al corteo degli oltre 300 cittadini che ha sfilato per le vie di Bazzano
Bologna, 14 giugno 2025 – Più di trecento persone questa mattina hanno sfilato per le strade di Bazzano per dire no al progetto di declassamento del Pronto soccorso dell'ospedale Dossetti.
Un corteo pacifico ma determinato, aperto dalla sindaca di Valsamoggia, Milena Zanna, affiancata da altri cinque sindaci, perché oltre ai colleghi (o loro delegati) dei comuni di Casalecchio, Zola, Monte San Pietro e Sasso Marconi, dal territorio modenese è arrivato anche Enrico Tagliavini, sindaco di Savignano sul Panaro.
Tutti espressione di una maggioranza a guida Pd, in prima fila a protestare contro un progetto portato avanti dalla Regione, ovvero dalla stessa parte politica.
A scandire i tempi e condurre la manifestazione Maria Grazia Quieti, segretaria del Pd di Valsamoggia e dell'area Reno Lavino Samoggia. Subito dietro Andrea De Maria, parlamentare Pd ed Enrico Di Stasi, candidato alla segreteria del Pd bolognese. Un progetto bocciato senza appello da destra a sinistra, formazioni di maggioranza e opposizione che ieri hanno marciato fianco a fianco e parlato alla folla riunita all'ombra dei tigli nel cortile antistante le scuole elementari.
Critica anche la Fp Cgil. Così Gaetano Alessi, responsabile comparto Sanità Bologna: “I lavoratori e le lavoratrici del Pronto Soccorso del Maggiore, appreso della riorganizzazione in atto presso i Cau di San Lazzaro, Casalecchio, Navile, con la chiusura nottruna e dell'annunciata trasformazione del Pronto soccorso di Bazzano in posto di primo intervento, sono molto preoccupati per gli di accessi che, inevitabilmente, confluiranno presso il Maggiore”. “L'8 per cento dichiarato dalla direzione, che fruiscono dei servizi presso i Cau di San Lazzaro, Casalecchio e Navile dalle 22 alle 08, in numeri assoluti sono più di 7000 mila accessi annui – sottolinea Alessi – così come quasi 2.000 sarebbero quelli provenienti dalla trasformazione del Ps di Bazzano, quindi 9.000 mila accessi in più da gestire, a parità di personale, e con una situazione logistica ancora precaria visti i cantieri aperti all'interno del Pronto soccorso. E in estate, dove tutto è più complicato».
L'assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, ha tentato di disinnescare un conflitto con i cinque comuni del distretto Reno Lavino Samoggia che aveva appena incontrato insieme alla direzione dell'Azienda Usl di Bologna unitamente ai sindacati (Uil e Snami) che, sulla riduzione di un medico nei turni pomeridiani e festivi al Ps del Dossetti, hanno proclamato lo stato di agitazione.
Fuoco amico e fuoco nemico, dunque, nei confronti delle due ipotesi di ridimensionamento dei servizi al Centro assistenza urgenza (Cau) di Casalecchio e del Pronto soccorso presso l'ospedale di Bazzano.
Ma se sulla chiusura notturna del Cau di Casalecchio si è colta la disponibilità a non fare le barricate, ben più radicale e netta la posizione dei sindaci che hanno da subito chiarito che “senza l’accoglienza nel punto di Bazzano dei casi più gravi, le ambulanze chiamate per le emergenze sarebbero poi impegnate in tragitti molto più lunghi e non disponibili per altri interventi sul territorio, con un evidente allungamento dei tempi di attesa e conseguente pericolo per la vita delle persone”, hanno ribadito con forza i primi cittadini e la sindaca di Valsamoggia Milena Zanna che ha riconosciuto la necessità di usare al meglio le risorse
"I fondi statali a disposizione della sanità – ha voluto sottolineare Zanna – non sono stati tagliati ma, a fronte dell'aumento dei costi e delle prestazioni, non garantiscono più la copertura delle spese”.
Il candidato unitario alla segreteria del Pd, Di Stasi ha spiegato di essere a Bazzano “per la difesa della sanità pubblica. Perché vogliamo ribadire che i servizi e i presidi sanitari sono importanti nei nostri territori, soprattutto fuori dalla città e in una realtà complessa come questa che unisce zone montane con zone di pianura. La sanità pubblica è in estrema difficoltà a causa dei tagli imposti dal Governo Meloni e c'è bisogno di una riorganizzazione dei servizi sanitari che, però, non può essere portata avanti senza il necessario coinvolgimento dei cittadini e dei territori”.
Diversi gli accenti degli esponenti delle minoranze, di Alberto Torchi (FdI), Vanni Pancaldi (M5S), Luigi Gandolfi (centrodestra) e Simone Rimondi, che ha confermato il raggiungimento di quota 10mila di firme nella petizione online. “La colpevole di questo progetto, già pianificato nei dettagli, è la Regione”, ha detto sottolineando la discrasia tra le posizioni dello stesso schieramento politico.
Un discorso aperto quindi, che rimanda al Consiglio comunale di Valsamoggia che si riunirà giovedì 19 giugno in piazza, in seduta pubblica, alla presenza dei rappresentanti dell'Azienda Usl di Bologna e dei vertici regionali della sanità.