Influenza o Covid, lo dice il test

Sant'Orsola, ecco la macchina che in pochi minuti permette di diagnosticare da quale virus un paziente è contagiato. Nella struttura d’emergenza gli accessi sono arrivati a 260 al giorno, mentre la media è attorno a 220

Il macchinario al Pronto soccorso: identifica anche se l’influenza è di tipo A o B

Il macchinario al Pronto soccorso: identifica anche se l’influenza è di tipo A o B

Bologna, 10 dicembre 2022 - I minuti sono sempre preziosi in Pronto soccorso e ancora di più in questi giorni di affollamento dove in tanti restano ore in sala d’attesa. Al Sant’Orsola è arrivato un piccolo macchinario che permette di diagnosticare rapidamente se un paziente è positivo al Covid o se è stato contagiato dal virus dell’influenza di tipo A o B.

Il macchinario al Pronto soccorso: identifica anche se l’influenza è di tipo A o B
Il macchinario al Pronto soccorso: identifica anche se l’influenza è di tipo A o B

"Si tratta di uno strumento Poct, Point of care testing, ossia di test eseguiti al punto di cura o di assistenza del paziente – spiega Tiziana Lazzarotto, direttrice della Microbiologia del Policlinico –. Le apparecchiature quindi possono essere collocate al di fuori del nostro laboratorio e infatti oltre che nel Pronto soccorso generale, altri due andranno nelle strutture di emergenza-urgenza della pediatria e dell’ostetricia-ginecologia. In 12 minuti si ha la diagnosi. Per prima cosa si esegue un tampone naso faringeo, il campione viene stemperato in una soluzione specifica, di cui poi alcune gocce vengono versate in un di cui poi alcune gocce vengono versate in un pozzetto di una cartuccia che viene inserita nello strumento Poct e infine, si attende il risultato".

La professoressa aggiunge che "nel 2020 questi Poct venivano usati per i tamponi antigenici utili a identificare il Sars-Cov-2 e ora è stato fatto un passo avanti per accelerare la diagnosi differenziale, tra l’altro possono capitare anche casi di coinfezioni da Covid e da influenza".

Per Fabrizio Giostra, il direttore del Pronto soccorso e della Medicine d’urgenza del Sant’Orsola, "il potenziamento di questo strumento ci è molto utile dal punto di vista organizzativo e ci rende più efficienti".

Lo specialista tiene costantemente sotto controllo il numero dei pazienti in attesa, sia della visita sia di un eventuale ricovero. "Mi sembra che stamattina (ieri, ndr) gli sforzi fatti dalla direzione per permetterci di ricoverare più velocemente abbiano avuto effetto: già alle 10 abbiamo trovato un posto per sei pazienti e adesso ce ne restano ancora quindici da sistemare. In media, infatti, a metà giornata sono in attesa di un letto in reparto una ventina di persone. Ora bisognerà vedere come evolverà la situazione nei prossimi giorni". Chiara Gibertoni e Consuelo Basili, rispettivamente direttrice generale e sanitaria del Policlinico, hanno infatti deciso di riconvertire 42 posti letto e destinarli ai pazienti del Pronto soccorso. Giostra ripercorre le ultime giornate: "Da lunedì la media degli accessi è stata attorno a quota 260, quando in genere si ferma a 200-220, solo durante il festivo di giovedì abbiamo avuto qualche ingresso in meno. Oggi (ieri, ndr) da mezzanotte abbiamo dimesso cento persone e al momento ne abbiamo 94 in carico. Chi sono i pazienti? Per la maggior parte anziani – risponde lo specialista –, registriamo un aumento di qualche ricovero in più per Covid, ma abbiamo anche diversi casi di influenza che necessitano di ricovero, persino qualche giovane con polmonite, quest’anno l’influenza ci darà del filo da torcere".

Il direttore pensa alla ’sua’ squadra del Pronto soccorso. "Quando ci chiamavano eroi durante la prima ondata – ricorda – a mio avviso facevamo il nostro lavoro, anche se mettevamo a rischio la salute. Adesso tutto il personale è composto davvero da eroi: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, donne e uomini delle pulizie. Tutti stanno affrontando una mole di lavoro mai vista per complessità e organizzazione e lavorano oltre le loro forze e possibilità. Agli utenti rivolgo un invito: abbiate comprensione di questi professionisti". Nell’area medica dell’Ausl l’età media dei ricoverati è di 77 anni. Al Maggiore ieri, entro le 14, erano stati ricoverati i 12 pazienti in attesa al mattino, precisa la direzione del Presidio unico ospedaliero.

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