Caos pronto soccorso a Bologna, Donini: "Più personale e incentivi"

L’assessore regionale: "Ci sono pochi medici. Apriremo ambulatori collegati alle strutture di emergenza. E, dove è possibile, nelle Case della salute"

L’assessore Raffaele Donini

L’assessore Raffaele Donini

Bologna, 7 maggio 2022 - I Pronto soccorso , porta d’accesso della sanità, restano un punto dolente: riceviamo ogni giorno dai nostri lettori segnalazioni di pazienti che aspettano ore e ore prima di essere visitati.

Assessore Raffaele Donini, la gente è stanca. Quali soluzioni a breve termine?

"La causa dei tempi d’attesa ci è chiara, dipende principalmente dalla carenza dei medici che lavorano nel settore dell’emergenza-urgenza – risponde il numero uno della Sanità in emilia-Romagna – e dal consistente numero di accessi al Pronto soccorso ormai vicino ai tempi pre Covid. Dal 2018 al 2021, per capirci, c’è stato un calo del personale medico di circa il 15%, con un carico di lavoro che sta tornando alto come negli anni precedenti alla pandemia, quando si contavano circa 2 milioni di accessi. Facciamo bandi che vanno deserti e assistiamo a una propensione del personale sanitario a rivolgersi ad altre specializzazioni, non appena si presenti l’occasione. Per questo motivo abbiamo condiviso un piano con i sindacati attraverso il quale si riescano a migliorare le condizioni del sistema dell’emergenza-urgenza".

Bologna, in corsia afflusso continuo. "Ore di attesa per le visite"

In che modo?

"Stiamo cercando di utilizzare tutti gli strumenti legislativi, anche eccezionali, per reperire ulteriore personale, come gli specializzandi degli ultimi due anni di corso e siamo pronti a prevedere percorsi di carriera e incentivi finanziari per chi lavora in questo settore. Inoltre, metteremo a terra un piano di investimenti per migliorare la tecnologia dei reparti di Pronto soccorso e medici dedicati alla bassa criticità dei pazienti che siano attigui ai reparti di Pronto soccorso e, dove possibile, nelle Case della salute. Non possiamo nasconderci che tale situazione derivi anche da una programmazione nazionale per la formazione del personale sanitario, non adeguata negli ultimi quindici anni. A fronte di questa condizione critica in tutto il Paese e non solo da noi, occorre che si riveda quanto prima, da parte del Governo, la decisione di mantenere il numero chiuso in Medicina.

Anche se alcuni pazienti vengono classificati codici bianchi, quindi casi lievi, spiegano di andare in Pronto soccorso perché non sanno a chi rivolgersi di notte, nei festivi o quando non trovano il loro medico di base. Come risolvere questo aspetto?

"I codici bianchi e verdi, quelli cioè per i quali non ci sono rischi clinici, rappresentano circa il 75% degli ingressi nei Pronto soccorso. Anche per questo motivo abbiamo previsto, che per sgravare il personale sanitario già impegnato nella gestione dei casi più gravi, i cittadini possano contare – sempre all’interno del Pronto soccorso – e ripeto laddove possibile anche nelle Case della salute, su ambulatori che saranno gestiti dai medici di continuità assistenziale, assunti con specifici bandi, che si faranno carico di questi casi, quelli cosiddetti ’a bassa criticità’. È anche previsto che le Aziende sanitarie favoriscano le prestazioni di libera professione nei turni serali e nei fine settimana, ovviamente su base volontaria".

Ci sono anche persone, spesso anziane, rimaste a lungo nei Pronto soccorso in attesa di ricovero perché non c’era posto nei reparti. La carenza di letti sarà affrontata anche in vista dell’estate e delle ferie del personale?

"Assolutamente si. Ogni aspetto organizzativo è preso in considerazione per gestire al meglio anche situazioni come queste che, nella maggioranza dei casi, si risolvono però nei tempi previsti".

Molti utenti si lamentano anche delle difficoltà di comunicazione con i sanitari durante le attese. Servirebbe una formazione specifica?

"Capisco che possano capitare situazioni critiche, il cittadino ha pieno diritto a una presa in carico che sia rassicurante da ogni punto di vista. Ho comunque piena fiducia nel personale sanitario che lavora in un ambito così complesso, delicato e faticoso come quello dei Pronto soccorso, dove ogni giorno si salvano centinaia di vite umane e si risolvono problemi clinici anche molto gravi".

Nella bozza di accordo con i sindacati sono elencate alcune misure. Quali sono i tempi di realizzazione? 

"Ci sono provvedimenti che saranno adottati in tempi brevi. Altri necessariamente richiederanno più tempo. Ma dopo la fase più drammatica della pandemia, sapevamo di dover affrontare problemi enormi. Ma come abbiamo retto alle varie ondate Covid, riusciremo anche ad affrontare e risolvere i problemi che oggi per noi sono prioritari, come i tempi di attesa per interventi chirurgici e visite specialistiche, le attese al Pronto Soccorso e una riorganizzazione della medicina territoriale. Ci riusciremo facendo scelte concrete, come quelle contenute in questo accordo sull’emergenza-urgenza, nell’interesse dei cittadini e con la massima condivisione dei nostri professionisti sanitari".

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