Pronto soccorso in crisi Codici bianchi nelle Case della Salute Bologna ora accelera

Il piano di riorganizzazione presentato alla Conferenza socio-sanitaria. I pazienti meno gravi saranno ’dirottati’ nelle strutture territoriali. Ma manca il personale: i bandi per i medici di emergenza vanno deserti.

Pronto soccorso in crisi  Codici bianchi  nelle Case della Salute  Bologna ora accelera

Pronto soccorso in crisi Codici bianchi nelle Case della Salute Bologna ora accelera

Codici bianchi e codici verdi non più nei pronto soccorsi degli ospedali, ma sul territorio: nelle case di comunità e della salute. Questo per allentare la pressione sugli ospedali e far affluire nel pronto soccorsi soprattutto i pazienti con patologie gravi e molto gravi.

E’ questa, in sintesi, l’idea che sta alla base del piano di riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza presentato dall’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, alla Conferenza territoriale socio-sanitaria alla quale hanno preso parte i sindaci del Bolognese, tra questi il sindaco Matteo Lepore e l’assessore al Welfare del comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo e i vertici dell’Ausl bolognese, il direttore generale Paolo Bordon e quello sanitario, Lorenzo Roti. La scommessa è tradurre in termini organizzativi tale piano che, l’assessore intende deliberare entro giugno, ma che Bologna, come sottolineato sia da Bordon che da Rizzo Nervo intende iniziare ad anticipare.

"La riforma, ha il compito di salvare il sistema dell’emergenza-urgenza e sarà graduale perché la cittadinanza va informata e sensibilizzata. Intercettare i casi meno gravi sul territorio – spiega Donini – significa creare strutture, utilizzando al meglio le risorse che abbiamo, soprattutto i medici di base e di continuità assistenziale. Significa creare una comunità che prenda in carico i cittadini e dia risposte adeguate, il tutto collegato in rete con le strutture d’emergenza". L’assessore prosegue sottolineando che "il dirottamento sul territorio dei codici bianchi e verdi, cioè quelli non gravi, che oggi rappresentano circa il 70 per cento degli accessi in pronto soccorso, è un sostegno ai professionisti che oggi lavorano a ritmi incessanti e chiedono più vita per loro". "La Regione farà una delibera entro giugno – conferma l’assessore alla Salute del Comune, Luca Rizzo Nervo – ma valuteremo cosa si potrà anticipare in un piano attuativo calato nella realtà metropolitana bolognese, nelle prossime settimane. La riforma ha un’articolazione che arriverà a compimento nel giro di qualche anno, ma alcune azioni possono essere pianificate già oggi". Tre i cardini su cui ruota la riforma, come sintetizza Lepore: "Intercettare sul territorio i codici bianchi e verdi, cioè i casi meno gravi, prima che arrivino in pronto soccorso; valorizzare e sgravare gli operatori dell’emergenza-urgenza; rafforzare il sistema del 118".

Il problema principale resta la carenza di personale, come conferma il direttore generale dell’Ausl: "Questa riforma non nasce da problemi economici , ma per la difficoltà di trovare i professionisti dell’emergenza-urgenza, con numeri drammatici. L’Ausl in questo momento su un organico di 90 medici, ne ha a disposizione 70. E lo scenario è in peggioramento con le uscite per i pensionamenti. Facciamo concorsi mensili e non troviamo le figure".

Monica Raschi

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